TARANTO - Piombo nel sangue, arsenico e cadmio nelle urine, manganese nei capelli. Preoccupano gli effetti dell’esposizione ai metalli pesanti nei bambini di Taranto rilevata attraverso una ricerca che il team guidato da Roberto Lucchini, docente di Medicina del Lavoro all’Università di Brescia, ha compiuto per approfondire l’impatto neurocognitivo e la pericolosità degli effetti tossici. Lo studio verrà presentato oggi a Taranto in un incontro con le famiglie dei minori attenzionati. Un campione di 600 bambini e ragazzi tra i 6 e i 15 anni residenti in diversi quartieri del capoluogo ionico. «In alcuni casi – spiega il professor Lucchini alla Gazzetta - è emersa una differenza fino a 16 punti tra il quoziente d’intelligenza dei bimbi più vicini al siderurgico rispetto a quelli più lontani. Alcune aree risultano più svantaggiate con maggiori rischi di problemi neurocomportamentali o di minori capacità neurocognitive».
I numeri, ancora approssimativi, aiutano a comprendere il fenomeno. «Abbiamo riscontrato – aggiunge il docente universitario - una novantina di casi borderline con deficit di attenzione e apprendimento o disturbi sospetti dello spettro autistico. Quasi 1/6, dunque. Un dato significativo sul quale invitiamo a riflettere»...
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