«Leggiamo da organi di stampa che l'ex Ilva sarebbe destinata a ripartire e a proiettarsi a mezzo di Afo5, per effetto dello stralcio dei progetti di decarbonizzazione dal Pnrr richiesto dal Mase (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica). Desideriamo semplicemente ribadire al governo e a tutti gli interlocutori istituzionali che o si decarbonizza sul serio o noi non consentiremo mai alcun altro futuro per l’ex Ilva e faremo ricorso ad ogni strumento per impedire altri danni ai cittadini e all’ambiente della terra ionica». Lo afferma il sindaco e presidente della Provincia di Taranto Rinaldo Melucci in merito alla questione ex Ilva.
«Questo - aggiunge - è il sentimento ormai di una intera comunità e indietro non si può tornare. Noi restiamo alle recenti parole dei Ministri Adolfo Urso e Raffaele Fitto, che in differenti occasioni hanno pubblicamente garantito il coraggio e l'impegno dell’esecutivo nazionale nella direzione di un accordo di programma sull'ex Ilva, volto alla chiusura delle fonti inquinanti, alla transizione verso i forni elettrici e l'idrogeno, alla riconversione della forza lavoro e dell’indotto locale con la leva dei fondi europei disponibili per Taranto». Troppe volte, conclude il primo cittadino, «il Mase si è inspiegabilmente dimostrato il dicastero di ArcelorMittal e del mercato, invece che il responsabile della materia ambientale degli italiani. La voglia di cassare il Pnrr sulla decarbonizzazione ci desta grande preoccupazione, ma non sorpresa purtroppo. Attendiamo fiduciosi chiarezza e un intervento da parte del presidente del Consiglio Giorgia Meloni».
Pnrr: Pichetto a Melucci, il governo tutela i tarantini
«Garantendo l’intervento sul preridotto dell’ex Ilva di Taranto, il governo tutela i tarantini, l’ambiente e la produzione di acciaio nazionale. La proposta di spostare un miliardo di euro dal Pnrr al Fondo di coesione è dettata infatti dalla volontà di utilizzare concretamente queste risorse, di cui abbiamo enormemente bisogno per il rilancio dell’Ilva. Speculare su una scelta tecnica, che si sta valutando per salvare finanziamenti e consentire l'esecuzione delle opere, è fuorviante e soprattutto dannoso: per l’Ilva e per la stessa comunità di Taranto». Lo dichiara in una nota il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto.