TARANTO - «Anche i lavoratori della sede di Taranto di Network Contacts sono impegnati in una dura mobilitazione per il ripristino del diritto ad un'organizzazione del lavoro dignitosa, che consenta la conciliazione dei tempi di vita legalmente tutelata nel rapporto di lavoro part-time, per l'applicazione delle maggiorazioni per lavoro festivo previste dal contratto collettivo nazionale e oggi negate dall'azienda e per investimenti sulla sicurezza del luogo di lavoro». Così Francesco Marchese dell’Usb-Lavoro Privato Puglia, che teme possa «ripetersi anche al call center Network Contacts di Taranto, che occupa 450 dipendenti, quanto accaduto alla sede di Molfetta, dove la società ha già recapitato circa 150 lettere di trasferimento nella sede aziendale di Palermo ai lavoratori e alle lavoratrici impiegati nella commessa Wind3, con decorrenza dal 5 giugno, per non aver accettato condizioni di lavoro ritenute peggiorative. L’organizzazione sindacale ha chiesto un incontro urgente alla task force regionale per l’occupazione «finalizzato alla salvaguardia dei posti di lavoro e dei diritti economici e normativi», mentre solidarietà ai lavoratori di Molfetta giungono dalle Rsu della Slc Cgil di tutte le aziende di telecomunicazioni della Puglia.
Secondo Marchese «non vi è da parte della società alcuna ragionevole argomentazione che spieghi come il trasferimento di centinaia di lavoratori da una sede all'altra (talune, peraltro, prive delle dotazioni strumentali e della capacità necessaria per poterli accogliere) possa determinare il superamento delle asserite difficoltà economico-finanziarie o perchè tale progetto di efficientamento produttivo non possa essere realizzato in ambito virtuale con il ricorso al lavoro da remoto, che costituisce tutt'oggi la modalità prevalente di svolgimento della prestazione lavorativa». Si tratta, aggiunge, «di un “ricatto” posto in essere dalla società per esasperare la trattativa sindacale e orientarla a suo vantaggio, per intimorire le lavoratrici e i lavoratori e scaricare interamente sulle loro spalle il rischio d'impresa, salvaguardando invece un bilancio che prevede milioni di euro di spese in consulenze, compensi a professionisti e amministratori. Una società peraltro non nuova a queste strategie». A questo proposito l’esponente dell’Usb ricorda «l'annuncio aziendale di un taglio del 30% dell'orario di lavoro e del reddito di tutti i 450 dipendenti della sede di Taranto durante la procedura di clausola sociale per il cambio di appalto del call center di Enel Energia, poi scongiurato grazie alla risposta organizzata di quelle lavoratrici e lavoratori che chiesero già allora, per il tramite della scrivente organizzazione sindacale, l'intervento del Comitato di crisi».
In questo quadro «si prospetta – commenta infine Marchese - un nuovo fronte di crisi nel complicato contesto socio-economico del territorio di Molfetta che potrebbe a breve estendersi anche ad altre realtà pugliesi dove Network Contacts ha sede. Centinaia di lavoratori e lavoratrici, prigionieri già da anni di un lavoro povero, fatto di bassi salari, poche ore di lavoro e precarietà contrattuale, rischiano un ulteriore peggioramento delle proprie condizioni di vita, a causa delle concreta possibilità di dover o rinunciare al proprio lavoro in conseguenza del trasferimento disposto a centinaia di chilometri da casa o accettare ancora una volta una netta riduzione della propria retribuzione e un abbassamento delle tutele legali e contrattuali per continuare ad avere un lavoro».
Per le rappresentanze sindacali della Slc Cgil dei call center di Puglia (Teleperformance, Covisian, Comdata, Network contacts, System house, Exprivia, Koinè, Tim, Vodafone, Wind, Transcom Worldwide Italy SpA, Concentrix Cvg Italy, Sielte Spa, Cds ed Awp) il trasferimento dei lavoratori della sede di Molfetta «a 700 km di distanza equivale di fatto a un licenziamento in tronco. Queste aziende unitamente ai contratti pirata e alle logiche al massimo ribasso degli appalti sono parte del male del settore delle telecomunicazioni. Per queste ragioni è stato indetto uno sciopero nazionale unitario nella sede di Molfetta per tutta la giornata, a cui si è aggiunta la solidarietà con 2 ore in tutte le sedi nazionali di Network, per la giornata del 22 maggio».