TARANTO - Un giorno da incorniciare per la Taranto con le stellette che, con il giuramento interforze di Marina e Carabinieri, strappa il primato in Italia: due forze armate fianco a fianco, nel momento più alto e solenne, quello del «Lo giuro!». Schierati sulla rotonda del lungomare, in una cornice di folla e tricolore, 147 allievi del 25esimo corso normali marescialli della scuola sottufficiali della Marina e 245 allievi del 141esimo corso della scuola allievi Carabinieri hanno fatto voto di fedeltà allo Stato e alle istituzioni.
Alla cerimonia erano presenti il sottosegretario di Stato alla Difesa, Matteo Perego di Cremnago; il capo di Stato maggiore della Difesa, ammiraglio di squadra Giuseppe Cavo Dragone; il capo di Stato maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Enrico Credendino; e il comandante generale dell’arma dei Carabinieri, generale di corpo d’armata Teo Luzi. Nello schieramento anche una compagnia interforze composta da una rappresentanza delle quattro forze armate, Esercito, Marina, Aeronautica e Carabinieri. Tra gli interventi, significativo quello del capo di stato maggiore della Difesa, Cavo Dragone che ha rivolto un pensiero riconoscente a Taranto.
Ammiraglio, il suo è stato un messaggio d’amore alla città...
«Da 40 anni frequento Taranto, ci ho trascorso momenti significativi della mia vita e della mia carriera. L’ospitalità che io e la mia famiglia abbiamo sempre ritrovato in questa terra non ha eguali. Taranto è fortemente connotata Marina, ma oggi che vesto l’uniforme purpurea dell’interforze, non posso che apprezzare la presenza di realtà importanti e complementari alla Marina che sono state ampiamente rappresentate in questa cerimonia. Il messaggio di questo giuramento è molto forte. Da soli non si va da nessuna parte e questo vale soprattutto per le forze armate. Si sta uniti per spendere bene i soldi del contribuente e per rimanere in asse con i nostri alleati. Oggi qui abbiamo piantato un seme».
Parliamo della base di Taranto, che tipo di investimenti sono previsti dalla Difesa?
«La Marina ha sempre puntato tanto su Taranto, ma adesso gli investimenti sono grossi. L’obiettivo futuro da raggiungere è importante e sto parlando dal punto di vista della Nato che pensa qua a Taranto di costituire un polo di riferimento grosso con un nuovo comando. Ci stiamo lavorando. Come ho detto nel mio discorso sentiamo non lontani i rulli dei tamburi di guerra. Ora il Mediterraneo è una cassa di risonanza della crisi che c’è stata, ma lo sarà sempre di più in futuro. Nel Mediterraneo si riverseranno interessi, competizioni, contrasti a volte e noi dobbiamo esser pronti e - trattandosi di mare - la Marina deve stare in prima linea».
In questo momento però la Marina è già operativa con compiti di presenza e sorveglianza nel Canale d’Otranto...
«Sì, abbiamo avuto il problema del gasdotto Nordstream e siamo corsi ai ripari per rimediare ad eventuali vulnerabilità. La Marina sta facendo un lavoro encomiabile per controllare le principali arterie che riguardano l’Italia, le due a Sud e quella ad Est ed è un lavoro impegnativo e costante a cui potrebbero unirsi anche altre nazioni in maniera strutturale».