TARANTO - «Un’altra Aia, la terza per questo stabilimento, ancora con prescrizioni non attuate: accade per rifiuti speciali che finiscono sulla città spostati dal vento e stoccati su terreno non impermeabilizzato in un’area ben più vasta dei parchi minerali coperti. Le fotografie realizzate da VeraLeaks sono inedite, nessuno mai ha visto cosa incombe sulla città nel versante nord della fabbrica, la prospettiva è impressionante. Si notano i cumuli e la città dietro, indifesa, sotto queste polveri».
E’ quanto denunciato oggi, nel corso di una conferenza stampa, dall’attivista Luciano Manna del sito Veraleaks, sostenendo che «centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti speciali sono stoccate all’aperto e senza contenimento sul terreno. I rifiuti della produzione di stabilimento continuano a rappresentare un rischio sanitario per la popolazione e l’ambiente. Questi cumuli testimoniano il fallimento del piano ambientale che impartiva alla fabbrica la conclusione della relativa prescrizione al 31 dicembre 2022, così come per i gas nocivi che vengono emessi dalle vasche di raccolta loppa ai piedi di ogni altoforno in marcia». L’attivista ha annunciato che a fine mese saranno integrate le precedenti denunce in procura corredate da foto e video. La fabbrica continua a produrre sulla base di bugie e continua a violare la legge. Chiederemo conto al Procuratore di verificare le responsabilità dell’ente di controllo Ispra in virtù delle ispezioni effettuate nello stabilimento».
Pronta la replica di Acciaierie d'Italia: «In relazione ad affermazioni sulla gestione dei rifiuti presso lo stabilimento di Taranto, lo stesso avviene nel rispetto della normativa e nell’ambito degli interventi previsti dall’Aia. Gli interventi in tale ambito includono la rimozione e la gestione del materiale depositato nella prima decade degli anni 2000, di cui è stato smaltito circa metà del quantitativo presente inizialmente».
Secondo l’azienda, «attualmente è in corso un intervento di messa in sicurezza dell’area, propedeutica al completamento dello smaltimento/recupero del materiale residuo e che comporta la movimentazione dello stesso». Infine, la società ha precisato che «l'area interessata dagli interventi è stata più volte oggetto di verifiche da parte del gruppo ispettivo, che ha constatato anche il rispetto delle opere di mitigazione previste e prescritte e l’assenza di contaminazione della falda acquifera».