TARANTO - «Ancora tante parole pompose e inconsistenti, il ritorno di un vergognoso e secondo noi incostituzionale scudo penale, persino una marcia indietro rispetto agli impegni del Ministro Urso all’atto del suo insediamento. Così non possiamo dirci soddisfatti"- Così il sindaco e presidente della Provincia di Taranto commenta il decreto varato ieri sull'ex Ilva.
«Purtroppo, il Consiglio dei Ministri - aggiunge - non ha inteso ascoltare il monito della comunità ionica, si è perduta un’altra occasione di sottomettere la irresponsabile ed inadempiente condotta di ArcelorMittal ai bisogni dei lavoratori e dei cittadini di Taranto, questa elargizione di quasi 700 milioni, che si aggiungano al miliardo di euro del precedente DL Aiuti bis, non risponde ad alcuna garanzia per il futuro dello stabilimento siderurgico e le aspettative della città». Come si fa, si chiede Melucci, «a discutere di aumento di produzione senza alcun riscontro alle nostre istanze in tema di valutazione preventiva del danno sanitario? Come si fa a prendere ancora a riferimento l’autorizzazione ambientale del 2017, che noi abbiamo già contestato come inadeguata e le cui prescrizioni, in ogni caso, sono lungi dall’essere state realizzate, pur risultando espresse clausole contrattuali?». E, puntualizza, «come si può ritenere che la newco del Governo utilizzi i fondi europei della transizione giusta, che è per Taranto e solo per la decarbonizzazione del nostro modello economico, con l’intento di produrre preridotto, che inquina, senza un superamento dell’area a caldo dell’ex Ilva?"
L'11 gennaio «noi manifesteremo a Roma - conclude Melucci - al fianco delle organizzazioni sindacali e per il tavolo annunciato dal signor Ministro per la data del 19 gennaio intendiamo produrre una bozza di una proposta progettuale dal basso, non resteremo a guardare lo scempio compiuto da ArcelorMittal».
Ex Ilva, Paita: «Bene lo scudo penale ma manca un piano industriale»
«Dopo aver detto che il governo non avrebbe fatto da bancomat per Ilva, i maggiori quotidiani italiani anticipano l’intenzione dell’esecutivo di approvare nel prossimo Cdm, già nei prossimi giorni, l’ennesimo intervento tampone: soldi in assenza di un piano industriale». Così Raffaella Paita, Presidente del gruppo Azione-Italia Viva in Senato.
«Bene invece l’annuncio sull'introduzione dello scudo penale: è l’unico mezzo che consente di intervenire per salvare Ilva senza timore di conseguenze giudiziarie. Occorre però fare un ragionamento che guardi al domani non solo all’oggi. Senza strategia, senza piano industriale, non c'è futuro per l’azienda siderurgica e questo sarebbe un danno economico enorme per il Paese» conclude Paita. «Ho richiesto che il ministro Urso venga in Senato per riferire su Ilva - conclude - non possiamo permetterci che l’acciaieria muoia, il governo deve predisporre un piano industriale al più presto e dare prospettiva al futuro dei lavoratori».
Salvatore Toma, Confindustria Taranto: «Con i fondi si ristori anche l'indotto»
«Le notizie appaiono incoraggianti sul piano della continuità produttiva dell’azienda, che dovrà procedere di pari passo con i processi di ambientalizzazione. Per altri aspetti, non possiamo ancora esprimere soddisfazione fino a quando non avremo contezza che la nuova iniezione di liquidità sia volta a sanare la situazione, non più sostenibile, delle aziende fornitrici, che vivono da tempo una condizione di sofferenza non giustificabile». Lo afferma il presidente di Confindustria Taranto Salvatore Toma in relazione al decreto approvato ieri dal Consiglio dei ministri su «Misure urgenti per impianti di interesse strategico nazionale», che riguarda in particolare l’ex Ilva. Toma osserva che proprio grazie le imprese dell’indotto hanno garantito negli anni «continuità dei processi produttivi. Ferme restando le legittime istanze della platea generale dei creditori, riteniamo che a queste aziende debba essere subito garantito l’ammontare delle spettanze pregresse, anche in considerazione di quanto hanno già pesantemente subito a seguito della crisi di sette anni fa, sotto la gestione commissariale». «Confidiamo pertanto - conclude - in una risposta in tal senso da parte di Acciaierie d’Italia. Circa i progetti "green" anticipati dal Governo: bene, ma attendiamo di conoscerne più approfonditamente i singoli aspetti, e anche per questo contiamo di confrontarci al più presto al tavolo programmato per il 19 gennaio prossimo».
D'Attis(FI): «Bene il piano governo per rilanciare sviluppo»
«Apprezziamo il piano di lavoro che guarda allo sviluppo produttivo ed occupazionale del siderurgico di Taranto, in chiave ecosostenibile. Le risorse ci sono: tra quelle stanziate con il Dl Aiuti bis e quelle riservate a DRI d’Italia e alle altre del Just Transition fund, la dotazione finanziaria sarà idonea ad attuare un programma di sviluppo serio e rispettoso dell’ambiente». Lo dichiarano in una nota il commissario regionale pugliese di Forza Italia Mauro D’Attis, il vice commissario Dario Damiani, e i deputati Vito De Palma, Andrea Caroppo, Giandiego Gatta e Rita Dalla Chiesa.
«Siamo anche d’accordo ad utilizzare le risorse stanziate per finanziare la liquidità aziendale, consentendo la conversione in futuro in aumento del capitale. In questo momento - aggiungono -, non possiamo non plaudere all’azione del governo che non si sta limitando a gestire la fase transitoria, ma sta ponendo le basi per investimenti strategici in grado di proiettare Taranto verso il rilancio industriale: l’attivazione dei parchi eolici 'floating', il recupero dei sottoprodotti in linea con le nuove modalità di economia circolare, l’attivazione di impianti di desalinizzazione e lo sviluppo del porto con l’impianto di degassificazione Fsru galleggiante. Sono solo alcuni degli interventi previsti e programmati e noi condividiamo e sosteniamo quello che potrebbe essere un nuovo scenario per Taranto e per tutta la provincia ionica».
Comitato Salute e Ambiente: «Mattarella non firmi decreto»
«Signor Presidente, riponiamo fiducia in Lei e confidiamo che, quale garante dei valori della Costituzione e seguendo le indicazioni impartite a tutti gli Stati dall’Unhrc nel suo rapporto speciale sui diritti umani violati del 12 gennaio 2022, in cui Taranto viene portata ad esempio negativo a livello planetario, rifiuti di emanare il Dl adottato dal Governo». Lo scrivono le associazioni aderenti al Comitato cittadino per la Salute e l’ambiente a Taranto in una lettera aperta al Capo dello Stato, Sergio Mattarella, in relazione al decreto approvato ieri che riguarda l’ex Ilva. Il cartello di associazioni contesta in particolare la previsione secondo la quale, come riportato nel comunicato del Consiglio dei Ministri, «qualora sussistano i presupposti per l'applicazione di una sanzione interdittiva che possa determinare l’interruzione dell’attività dell’ente, il giudice, in luogo dell’applicazione della sanzione, dispone la prosecuzione dell’attività dell’ente tramite un commissario. Non possono essere applicate sanzioni interdittive - veniva spiegato nel comunicato - quando l’ente abbia adottato modelli organizzativi coerenti con quelli delineati nei provvedimenti relativi alla procedura di riconoscimento dell’interesse strategico nazionale diretti a realizzare il necessario bilanciamento tra esigenze di continuità dell’attività produttiva e di salvaguardia degli altri beni giuridici protetti dall’ordinamento». Il Comitato afferma che «le norme adottate vengono riproposte dopo la loro bocciatura da parte dalle massime autorità giurisdizionali, con conseguente condanna dello Stato Italiano, per ben 5 volte, da parte della Cedu (è tuttora in corso un procedimento presso il Consiglio d’Europa per controllare l'esecuzione di tali sentenze). Esse inoltre sono palesemente incostituzionali e apertamente in violazione del sovraordinato diritto comunitario e della Convenzione Europea sui Diritti dell’Uomo».