La città di Taranto, con la sua provincia, è 94esima per qualità della vita nella classifica stilata da Italia Oggi con l’Università La Sapienza di Roma. Arretra di 5 posizioni rispetto al 2019, ma fa segnare un significativo incremento di posizioni sul fronte della sicurezza e dei reati commessi, passando dal 48esimo posto del 2019 al 31esimo di quest’anno. Affidiamo il commento dei numeri al questore di Taranto Giuseppe Bellassai.
Questore, come dobbiamo leggere questo dato?
«I numeri raccontano con estrema chiarezza il lavoro profuso in questi lunghi mesi. In realtà si tratta del frutto dell’attività quotidiana di prevenzione e controllo che svolgiamo come Polizia sul territorio provinciale, insieme con le altre forze dell’ordine e gli altri attori sociali impegnati al servizio delle comunità. Mi riferisco ovviamente alla Prefettura, che svolge un delicato compito di cabina di regia provinciale, agli enti locali, le amministrazioni comunali con le loro Polizie, e così via. Ecco, il risultato è il totale dell’azione sinergica comune».
La criminalità di fronte al virus e alla pandemia ha dovuto mutare strategia operativa? Come siete intervenuti per tenere la situazione sotto controllo?
«Il calo netto dei reati si è registrato durante il primo periodo, quello del lockdown tra marzo e maggio. Ad attenuarsi drasticamente è stata, in particolare, l’azione della microcriminalità. Adesso la situazione è leggermente mutata, tanto da richiedere come sempre il massimo della nostra attenzione. Grazie al nostro progetto «Comunità Sicure» riusciamo ad operare con una capillare opera di prevenzione sub tutta la provincia. Però, per questo, devo dire anche grazie ai cittadini».
In che senso?
«Renderlo coinvolto nei processi di sicurezza, lavorare perché abbia sempre più fiducia nelle forze dell’ordine ci sta ripagando dello sforzo. Oggi si parla di sicurezza partecipata proprio per questo. Senza la collaborazione di tutti non potremmo essere così incisivi».
Quali reati sono in calo?
«A calare sono stati sicuramente tutti quei reati legati alla microcriminalità, ma in generale, abbiamo riscontrato una tendenza al livellamento verso il basso di tutti i reati più comuni. E quelli che si commettono sono in un numero così basso da potersene ricordare».
E invece sul fronte del rispetto delle norme anti Covid?
«Abbiamo osservato sia durante il primo lockdown, sia durante questo secondo meno invasivo, una grande collaborazione da parte dei tarantini rispetto alle norme dei decreti governativi e delle ordinanze locali. L’impressione fino ad ora è stata di un cittadino che, posto di fronte alla gravità del problema, ha saputo limitare la propria sfera di movimento quando gli è stato richiesto in aderenza alle indicazioni che provenivano dalle autorità. La guardia, com’è ovvio, resta alta. Abbiamo vigilato e continueremo a farlo soprattutto in vista delle imminenti festività natalizie».