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Taranto, morte gruista Mittal: riparte l'inchiesta

 
Mimmo Mazza

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Mimmo Mazza

Taranto, nuovo incidente gru Mittal, nessun ferito

Dieci indagati, l'incidente nel luglio 2019

Mercoledì 30 Settembre 2020, 10:00

Riprende quota l'inchiesta per fare luce sull'incidente al quarto sporgente del porto utilizzato da ArcelorMittal per lo scarico delle materie prime costato la vita oltre un anno fa al gruista Mimmo Massaro. Il consulente della Procura Agostino Galati e quelli della difesa, accompagnati da Capitaneria di Porto e Spesal, ieri mattina si sono recati al porto per compiere le verifiche sullo scaricatore DM8, per il quale è stata programmata la demolizione (è in corso di allestimento una gru per poter procedere in tal senso). In particolare, sono state smontate le tre tenaglie anti-uragano (due da un lato, una dall'altro) per verificare sia lo stato di usura delle ganasce che il corretto collegamento elettrico dei fine corsa. Come già avvenuto per il Dm6, anche per il Dm8 è stato accertato il furto di cavi elettrici. Il sopralluogo proseguirà stamattina.

Massaro stava operando a bordo della macchina scaricatrice Dm5 quando una tempesta di vento e acqua lo fece finire in mare con tutta la gru, rendendo vana la sua corsa in sala argani. L’inchiesta per concorso in omicidio colposo e rimozione od omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro conta dieci indagati, ovvero il datore di lavoro e gestore dello stabilimento di Taranto di ArcelorMittal Italia Stefan Michel Van Campe, il capo divisione sbarco materie prime Vincenzo Di Gioia, il capo area sbarco materie prime Carmelo Lucca, il capo reparto di esercizio Giuseppe Dinoi, il capoturno esercizio quarto sporgente Domenico Blandamura, il capo squadra esercizio quarto sporgente Stefano Perrone, il capo reparto manutenzione meccanica Mauro Guitto, il capo reparto di manutenzione elettrica Andrea Dinoi, e il capoturno di esercizio al quarto sporgente, Teodoro Zezza, in servizio nel turno precedente a quello nel quale si è verificato l’incidente, e la stessa ArcelorMittal Italia, indagata per l'illecito amministrativo della legge 231 del 2001 che disciplina la responsabilità delle imprese, in ordine all'omicidio colposo. I dieci indagati avrebbero consentito l’utilizzo di apparecchiature di sollevamento - le gru di banchina - non idonee all’uso da parte dei prestatori di lavoro, omettendo di collocare impianti destinati a prevenire infortuni sul lavoro, ovvero rimuovendoli o danneggiandoli, in tal modo cagionando l’infortunio mortale del lavoratore Mimmo Massaro. I pubblici ministeri hanno deciso di far svolgere l’accertamento tecnico irripetibile, delegando il perito Antonio Galati, per consentire al consulente, nel pieno contraddittorio delle parti, di ricostruire la dinamica degli eventi (individuandone le relative cause) che hanno determinato la caduta in mare della scaricatrice Dm5, a bordo della quale c'era il gruista Mimmo Massaro, e la traslazione delle gru Dm6 e Dm8. Il consulente dovrà poi accertare le condizioni strutturali e manutentive delle gru in questione al fine di verificare se le stesse esercitassero la loro attività in condizioni di sicurezza così come disposto dalla normativa vigente e e se l'attività lavorativa fosse svolta nel rispetto delle procedure e delle normative in tema di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Il collegio difensivo risulta composto dagli avvocati Francesco Paolo Sisto, Elisa Surbone, Angelo Loizzi, Roberto Sisto, Armando Pasanisi, Franz Pesare, Biagio Leuzzi, Francesco Nevoli, Feliciana Di Taranto, Roberto Di Marzo, Maria Cristina Amoruso, Antonio Liagi, Enzo Sapia. Ammessi anche i consulenti dei familiari della vittima.

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