Domenica 07 Settembre 2025 | 10:52

Mittal Taranto, rimosso blocco operai sulla SS 100: giovedì sciopero e sit-in a Roma

 
Redazione online

Reporter:

Redazione online

Conte: «Mittal chiede 5000 esuberi, inaccettabile». Governo disponibile a discutere immunità

Foto Todaro

Contestano il massiccio ricorso alla cassa integrazione, le problematiche di sicurezza e la mancanza di risposte sul futuro dello stabilimento

Lunedì 21 Settembre 2020, 12:59

13:54

TARANTO -E’ stato rimosso il blocco stradale sulla Statale 100 davanti allo stabilimento siderurgico ArcelorMittal di Taranto, organizzato da un gruppo di lavoratori mentre era in corso la riunione dei sindacati per fare il punto sulla vertenza e decidere le iniziative di mobilitazione.

Da fonti sindacali si apprende che domani i lavoratori saranno in presidio davanti alla portineria C, per impedire il passaggio delle merci, e giovedì si autoconvocheranno a Palazzo Chigi, a Roma. "La totale assenza di risposte da parte del Governo - sottolinea Francesco Brigati della Fiom Cgil - sta contribuendo pesantemente ad alimentare un clima di esasperazione».

LO SCIOPERO - Scatta lo sciopero nella mobilitazione dei lavoratori dello stabilimento siderurgico ArcelorMittal di Taranto.

Dopo il blocco stradale di oggi sulla statale 100, per giovedì 24 settembre i sindacati Fim, Fiom, Uilm e Usb hanno proclamato uno sciopero di 24 ore - a partire dalle 7 - dei dipendenti - diretti, dell’appalto e di Ilva in Amministrazione straordinaria - contestualmente alla manifestazione indetta a Palazzo Chigi, a Roma.

A partire da domani è confermato in una nota il presidio davanti alla portineria C dello stabilimento «per non con consentire - viene spiegato - la commercializzazione dei prodotti all’ingresso e all’uscita del valico». In una lettera alla presidenza del Consiglio, ai Ministeri dello Sviluppo economico e del Lavoro, alla Prefettura di Taranto, le organizzazioni sindacali affermano che «la fabbrica è insicura. Sono oramai pesantissime ed inaccettabili le ricadute determinatesi attorno alla vertenza ArcelorMittal, dove multinazionale e Governo hanno deciso ciò che questo territorio non merita: ovvero di non decidere».

Fim, Fiom, Uilm e Usb evidenziano così «la condizione di abbandono ed insicurezza degli impianti e dei lavoratori» e «le ricadute in termini ambientali». "L'assordante silenzio - aggiungono - unito al totale immobilismo registrato in queste interminabili ore da parte della politica e delle istituzioni, peraltro ingiustificato, traccia oramai scontata l’incertezza sulle reali intenzioni del Governo italiano. Infatti, quest’ultimo si ostina a non convocare un incontro chiarificatore per il futuro e la gestione dell’attuale emergenza della fabbrica e di un intero territorio che da troppi anni si trascina. Tutte le nostre denunce sono cadute nel vuoto». Infine, i sindacati rinnovano al prefetto di Taranto, Demetrio Martino, la richiesta di una «convocazione immediata». (ANSA). 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)