Proroga di 5 settimane, dall’1 giugno, della cassa Covid al siderurgico di Taranto, per oltre 8mila dipendenti.
ArcelorMittal ha infatti comunicato alle organizzazioni sindacali e alle Rsu che, «a causa della riduzione dell’attività lavorativa riconducibile alla situazione di emergenza epidemiologica da Covid-19», ai sensi degli ultimi decreti legge "è costretta, suo malgrado, ad incrementare di ulteriori cinque settimane il ricorso alla Cigo con la casuale 'Emergenza Covid-19', a far data dall’1 giugno 2020, presso la Società AMI, unità produttiva di Taranto» per un massimo di 8.173 dipendenti (3.262 dell’area a caldo, 1.561 dell’area a freddo, 3.350 dell’Area Servizi).
La consultazione con i sindacati inizierà giovedì alle ore 12 in modalità telematica, ma l’azienda spiega che «trattandosi di un evento oggettivamente non evitabile che rende indifferibile la riduzione dell’attività lavorativa, in applicazione di quanto previsto dal decreto-legge, la sospensione ha comunque decorrenza dalle date indicate».
E’ in programma l’1 giugno un’ispezione dell’Ilva in Amministrazione Straordinaria all’interno dello stabilimento siderurgico ArcelorMittal di Taranto, in seguito alla segnalazione dei sindacati al prefetto su presunti rischi connessi alla sicurezza dell’acciaieria per la fermata di alcuni impianti e mancati interventi di manutenzione. Quanto denunciato dai sindacati è arrivato anche all’attenzione della Procura, che ha attivato il custode giudiziario degli impianti dell’area a caldo, Barbara Valenzano. Si tratterà di una ispezione straordinaria, mentre quella ordinaria programmata per ieri è stata aggiornata a data da destinarsi.