Sabato 06 Settembre 2025 | 18:51

Taranto, si svuotano i reparti Covid: parla il primario degli Infettivi al Moscati

 
Maria Rosaria Gigante

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Maria Rosaria Gigante

Taranto, si svuotano i reparti Covid

l'ospedale Moscati illuminato col tricolore

La parola al dottor Buccoliero: «Diventiamo tutti più responsabili»

Sabato 16 Maggio 2020, 13:46

Da punte di 28 pazienti ricoverati nei giorni più critici dell’emergenza Covid ai 7 dell’altro ieri.
Cala la pressione su uno dei reparti chiave della lotta al coronavirus, quello di Malattie infettive dell’ospedale Moscati. Che, rimodulandosi ulteriormente, si attrezza ora a fornire una risposta diversa alle problematiche che verranno nelle prossime settimane, ma soprattutto si prepara ad impattare una nuova possibile ondata epidemica il prossimo autunno.
Ne parliamo con il primario Giovanni Buccoliero che quasi guarda alla Fase 2 come ad una opportunità.

Cosa intende per opportunità dottor Buccoliero?
«Si adottino quei comportamenti che solitamente ci evitano di contrarre qualsiasi tipo di infezione – afferma -. Diventiamo tutti più responsabili».

Allora, dottor Buccoliero, il Moscati si svuota?
«Decisamente, sì. Ed è il linea con quanto accaduto nella nostra provincia dove abbiamo avuto meno casi, molta più prevenzione, gestione a domicilio e, in ospedale, minore ricorso alla Rianimazione anche perché, arrivandoci meno casi, abbiamo imparato a gestirli meglio e non siamo andati in affanno».

Quanti i posti letto suppletivi autorizzati per il Covid?
«Sono stati 28 più 11, mentre dei nostri 25 posti letto del piano pre-Covid ne abbiamo mantenuti 8 in un’area riattrezzata al piano terra in zona comunque isolata. Qui, nel frattempo, non abbiamo mai smesso la nostra attività di routine perché l’Aids, la meningite, la tubercolosi non puoi mandarli in Medicina. Anzi, siamo stati gli unici in Puglia ad aver avuto un’area non-Covid nella quale abbiamo ospitato pazienti provenienti da altre province pugliesi garantendo, ad esempio, l’assistenza a pazienti fragili come gli ammalati di Aids».

Vi attendete ora nuovi casi da coronavirus?
«Chiaramente sì. Riprendendo ora tutte le attività, tra cui quelle operatorie, e sottoponendo preventivamente i pazienti a screening, verranno fuori nuove positività. Anche dopo gli interventi, i pazienti non potranno essere rimandati a casa né potranno stare in un reparto chirurgico. Noi garantiremo sicuramente questo tipo di assistenza. Seguiremo delle patologie non Covid correlate, ma che hanno il Covid o eventuali complicanze. Sarà comunque un discorso di squadra, multidisciplinare, che ci consentirà di andare avanti in questa Fase 2».

Come si rimodula l’area Covid?
«Tutti i reparti Covid, nonché il nostro post-acuti, realizzati presso il monoblocco, saranno liberati entro la prossima settimana e tutto si concentrerà all’interno del padiglione Malattie infettive dove c’era l’area del Ppi (punto di primo intervento) per il Covid. Ci prepariamo lì ad affrontare i diversi casi sospetti che ci attendiamo per la stagione autunnale. Si creerà, dunque, una specie di mini ospedale Covid in quella palazzina ormai abbastanza ben attrezzata e con un numero di posti letto che può rispondere alle diverse esigenze. Intanto, ci attrezziamo così. È chiaro che le esigenze potranno mutare».

Intanto, è partita la Fase: quali consigli alla popolazione?
«Acquisite ormai le regole di base (usare la mascherina, lavarsi le mani, mantenere il distanziamento sociale), bisogna comprendere che, quando si hanno sintomi anche banali come una febbricola, occorre fermarsi e non andare in giro, si rimane a domicilio, si consulta il medico di famiglia, si prendono le precauzioni necessarie. Non dobbiamo fare i coraggiosi».

Arriva l’estate, non si sa ancora quali saranno le regole sulle spiagge…
«Lo so, è un’impresa difficile riuscire ad applicare sulle spiagge quelle regole di base. Né si può pensare ad uno stato di polizia. Ci si affiderà al buon senso. Consideriamo che la diffusione di qualsiasi tipo di infezione è correlata alla sintomatologia: più hai sintomi, più hai carica virale ed è più facile trasmettere qualsiasi infezione. Ritendo che almeno questo lo possiamo capire tutti».

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