Arcelor Mittal chiude il 2019 con una perdita netta di 2,5 miliardi di dollari. Lo rende noto il colosso dell’acciaio, sottolineando però che per il 2020 «i segnali indicano che il rallentamento della domanda inizia a stabilizzarsi e ci aspettiamo che la domanda nei nostri mercati core aumenti». Il quarto trimestre dell’anno scorso si chiude con una Ebitda di 925 milioni di dollari, meglio delle stime degli analisti che avevano previsto una Ebitda di 847 milioni di dollari.
«E' ancora presto per vedere l’impatto del coronavirus ma certamente peserà sull'attività industriale nel primo trimestre dell’anno». Lo ha detto Aditya Mittal, presidente e direttore finanziario di Arcelor Mittal durante la conference call per la presentazione dei conti del gruppo, aggiungendo però di «aspettarsi un rimbalzo nella seconda metà dell’anno» e sottolineando che «in Cina abbiamo un piano robusto per il 2020». Ha precisato poi che al momento le operazioni del gruppo in Cina continuano.
Aditya Mittal si auspica che «ulteriori passi avanti» nelle trattative ci possano essere «già oggi», ossia prima dell’udienza di domani in programma al tribunale di Milano. «Siamo tutti al lavoro per trovare una soluzione sostenibile», ha sottolineato il presidente e direttore finanziario del gruppo.
BOOM IN BORSA - Boom in Borsa di Arcelor Mittal dopo la diffusione dei conti. Il titolo sale di circa l'11% sui listini di Parigi, Madrid e Amsterdam. Per gli investitori è stato un buon risultato l'Ebitda del quarto trimestre 2019, pari a 925 milioni di dollari e meglio delle stime degli analisti, che avevano previsto una Ebitda di 847 milioni di dollari, e viene apprezzato anche l'outlook del colosso dell'acciaio per quest'anno, spiegano gli analisti.
LE PAROLE DI CONTE - «Il Governo sta valutando la possibilità di utilizzare per il polo di Taranto risorse provenienti dal Just Transition Fund», vale a dire il Fondo della Commissione Ue il cui obiettivo è «promuovere la transizione economica e sociale nelle regioni maggiormente dipendenti da energie fossili e da produzioni industriali carbon-intensive». Lo ha detto il premier Giuseppe Conte in Senato, rispondendo ad una interrogazione di Loredana De Petris, capogruppo di Leu e del Misto.