TARANTO - Oggi compie un anno la gestione targata ArcelorMittal del complesso aziendale ex Ilva ma sembra passato praticamente un secolo. Le ipotesi di rilancio dell’acciaieria di Taranto, la più grande d’Europa, hanno ormai lasciato spazio ai piani di ridimensionamento. Sequestrato dalla magistratura nel luglio del 2012 perché sospettato di essere fonte di malattie e morte per operai e cittadini, espropriato alla famiglia Riva nel giugno del 2013, affidato alle cure di commissari straordinari sino appunto al passaggio alla famiglia Mittal, lo stabilimento siderurgico annaspa, fermo a poco più di 4 milioni di tonnellate di acciaio liquido prodotto nel 2019, con 1400 degli 8200 dipendenti in cassa integrazione (i dipendenti erano 10.500 con i commissari, 12.000 con la famiglia Riva, fino a 25.000 con la gestione statale) e gli altri dal futuro tutto da scrivere.
Rispetto ad un anno fa è cambiato tanto, a partire dalla testa dell’azienda. ArcelorMittal Italia da 20 giorni è guidata da Lucia Morselli, chiamata dalla famiglia Mittal al posto di Matthieu Jehl - manager giovane, capace, competente e gentile - perché evidentemente serviva un profilo come quello della lady di acciaio, già concorrente proprio di Ami nella gara per l’acquisto dell’Ilva, per mettere mano al piano di risanamento dell’azienda, zavorrata da perdite che sfiorano i 2 milioni di euro al giorno. La Morselli non ha ancora apparecchiato la sua ricetta ma intanto ha reclutato Arturo Ferrucci, già con lei alla Acciai Speciali Terni e fino a ieri direttore del personale della società Acque Minerali d’Italia, quale nuovo direttore delle risorse umane di ArcelorMittal Italia al posto di Annalisa Pasquini, manager di valore che era riuscita a strappare lo storico accordo del 6 settembre dell’anno scorso al Mise. Una nomina che preoccupa i sindacati, proprio in ragione del passato prossimo vissuto dalla Ast sul fronte occupazionale.
«Da Morselli a Ferrucci, in Arcelor Mittal si stanno insediando i manager che hanno gestito i pesanti tagli di forza lavoro in Acciai Speciali Terni e questo fa prefigurare che anche il siderurgico di Taranto si sta avviando verso un certo tipo di percorso. Inutile negare che a Taranto la preoccupazione tra i lavoratori è molto forte e reale» ha commentato a caldo Valerio D’Alò, segretario nazionale Fim Cisl, responsabile della siderurgia. D’altronde sinora la Morselli si è mossa da sola, partecipando a incontri ufficiali e ufficiosi con il Governo e altri interlocutori senza portarsi appresso altri dirigenti aziendali come invece accadeva quando l’azienda era guidata da Matthieu Jehl. Il risiko delle nomine potrebbe, peraltro, non essere arrivato al capolinea visto che nell’incontro avuto l’altro pomeriggio a Roma con il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli e del Mezzogiorno Peppe Provenzano, Lucia Morselli ha denunciato il clima ostile respirato a Taranto e le pessime relazioni con le istituzioni locali, ottenendo dai due esponenti del Governo l’impegno a investire della questione il premier Giuseppe Conte e di convocare un tavolo aperto a sindacati e istituzioni per metà novembre. Probabile che la Morselli stia pensando, dunque, anche ad una figura in grado di mediare politici e amministratori locali coi quali sinora non ha scambiato nemmeno un saluto di cortesia. E rispetto ad un anno fa, chi gestisce lo stabilimento di Taranto non può più contare sulle tutele legali introdotte dal governo Renzi nel 2015 e cancellate formalmente ieri con la conversione in legge del decreto salva-imprese.
Dal mercato dell’acciaio arrivano pessime notizie in prospettiva. Dopo un buon 2018, il 2019 è molto difficile per l’acciaio italiano: la produzione dell’intero anno è vista in calo del 4,1%, contro un ribasso medio per i Paesi dell’Unione europea del 3,1%. Per l’Italia male le previsioni di vendita dei prodotti piani (i principali dell’ArcelorMittal ex Ilva di Taranto, ad esempio), che quest’anno dovrebbero essere in calo del 2,5%. Tutto ancora a vantaggio - secondo i dati di Siderweb - della Cina: nei primi otto mesi il gigante asiatico ha già incassato un aumento di produzione del 9%. Secondo i dati forniti da Eurofer, l’associazione europea dei produttori, il consumo di acciaio è diminuito del 7,7% nel secondo trimestre del 2019, dopo un calo dell'1,6% nel primo trimestre. L’andamento negativo della domanda di acciaio è il risultato della crisi in corso nel settore manifatturiero dell'Unione Europea e gli indicatori principali prevedono una continuazione della flessione per il resto dell’anno, senza rimbalzo prima del secondo trimestre del 2020. Previsioni fosche che potrebbero portare il nuovo corso di ArcelorMittal Italia ad una robusta dieta dimagrante.
I sindacati attendono un segnale dall’azienda. Il ministro allo Sviluppo Economico Stefano Patuanelli ha convocato l’Unione Sindacale di Base nella sede del ministero per martedì 5 novembre alle ore 10, al fine di discutere della situazione in ArcelorMittal Taranto e in seguito alla convocazione da parte del ministro, l’Usb ha revocato lo sciopero di 24 ore indetto in ArcelorMittal per lo stesso 5 novembre con presidio dei lavoratori tarantini davanti al Mise. Lo sciopero era stato proclamato da Usb per essere stata «immotivatamente esclusa dal tavolo tenuto la scorsa settimana a Roma sull’ex Ilva».