Il giudice monocratico del Tribunale di Taranto, Francesco Maccagnano, dinanzi al quale ad ottobre comincerà il processo agli imputati accusati della morte dell’operaio dell’Ilva Alessandro Morricella, deceduto in un incidente sul lavoro del giugno 2015, ha respinto la richiesta di concessione della facoltà d’uso dell’Altoforno 2 (sotto sequestro) dello stabilimento siderurgico di Taranto, condizionata alla realizzazione dei lavori di messa a norma, presentata dall’Ilva in Amministrazione straordinaria. Viene dunque confermato lo spegnimento dell’impianto ordinato dalla Procura dopo che, il 9 luglio scorso, il gup Pompeo Carriere aveva rigettato la richiesta di dissequestro in quanto risultano attuate pienamente solo due delle 7 prescrizioni imposte a seguito dell’incidente in cui perse la vita Morricella. Da fonti dell’Ilva in As, si apprende che i commissari «stanno valutando cosa fare rispetto a questo respingimento».
Nei giorni scorsi si è svolto un incontro nello stabilimento siderurgico ArceloMittal tra il custode giudiziario Barbara Valenzano, i carabinieri del Noe, e l’azienda, da cui è emerso che serviranno due mesi per procedere allo spegnimento. L'incarico sarà affidato alla ditta Paul Wurth. Una volta attuato lo spegnimento, resteranno in marcia solo due altiforni con una limitazione della produzione.
Le disposizioni vigenti precludono "di ritenere che le attuali condizioni di Afo2 e le (carenti) valutazioni di rischio compiute in ordine a tale impianto - così come dettagliatamente descritte nella relazione del custode giudiziario dell’8 ottobre 2018 - siano tali da ricondurre l’uso dell’altoforno in sequestro ad un’area di rischio consentito riconosciuta dall’ordinamento giuridico». Lo scrive il giudice monocratico del Tribunale di Taranto Francesco Maccagnano nel provvedimento con il quale ha respinto la richiesta di concessione della facoltà d’uso dell’impianto presentata dall’Ilva in amministrazione straordinaria.
L’impianto fu sottoposto a sequestro preventivo il 18 giugno 2015 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Taranto nell’ambito dell’inchiesta sull'incidente sul lavoro costato la vita all’operaio Alessandro Morricella (investito da una fiammata mista a ghisa incandescente mentre misurava la temperatura dell’Afo2) e convalidato con ordinanza del Giudice per le indagini preliminari del 26 giugno. L’esecuzione del sequestro preventivo fu poi sospesa in virtù dell’entrata in vigore del decreto legge n. 92, in base al quale «l'esercizio dell’attività d’impresa degli stabilimenti di interesse strategico non è impedito dal provvedimento di sequestro». Ma l'azienda era tenuta comunque ad ottemperare ad alcune prescrizioni, a cui ha adempiuto solo parzialmente. E’ quanto ha rilevato il custode giudiziario Barbara Valenzano, che ora dovrà redigere il cronoprogramma di spegnimento.
PRONTO IL CALENDARIO PER LO SPEGNIMENTO - «ArcelorMittal prende nota della decisione del Tribunale di Taranto, recapitata a Ilva in As, di rigettare la revoca del sequestro dell’altoforno 2. L’Azienda ha preparato un calendario per la chiusura dell’altoforno 2 come richiesto». Lo sottolinea un comunicato di ArcelorMittal Italia dopo la decisione del giudice monocratico del tribunale di Taranto Francesco Maccagnano, che ha negato la facoltà uso dell’altoforno 2 (sotto sequestro).
ArcelorMittal, gestore del polo siderurgico, «non è parte - si aggiunge - nel procedimento legale, ma sta comunque approfondendo le ripercussioni che da questa decisione possono derivare per l’operatività dello stabilimento di Taranto». L'azienda, conclude la nota, «spera che una soluzione alternativa sia trovata in quanto il funzionamento dell’altoforno 2 è parte integrante della sostenibilità del sito di Taranto».
RASSICURAZIONI DAL GOVERNO SULL'IMMUNITA', IL MISE SMENTISCE - ArcelorMittal ha ricevuto rassicurazioni dal Governo su un nuovo provvedimento per ripristinare l’immunità ambientale per lo stabilimento di Taranto. Lo ha detto durante la conference call sui conti il direttore finanziario Aditya Mittal: «devo dire che (il governo, ndr) è stato molto costruttivo con noi e sta lavorando a una nuova legge che ripristini l’immunità». «Sono al lavoro, non sappiamo esattamente quando il provvedimento sarà legge ma ci hanno dato indicazione che sarà prima» della scadenza d’inizio settembre.
Il Mise «smentisce categoricamente che vi sia allo studio un provvedimento per ripristinare l’immunità per l’ex Ilva di Taranto». E’ quanto affermano fonti del ministero dopo le dichiarazioni in tal senso del direttore finanziario del gruppo. «Come più volte ribadito - rilevano - si vuole intervenire esclusivamente sull'attuazione del piano ambientale nel più breve tempo possibile. Non esisterà mai più alcun scudo penale per morti sul lavoro e disastri ambientali. Ogni altra dichiarazione non corrisponde al vero».