Sabato 15 Novembre 2025 | 17:20

Macina, un pioniere della cinofilia pugliese

Macina, un pioniere della cinofilia pugliese

 
Marco Smaldone

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Marco Smaldone

Macina, un pioniere della cinofilia pugliese

Sabato 15 Novembre 2025, 15:29

Nel ricordo di Mario Macina, pioniere della cinofilia pugliese di recente scomparso, una premessa è d’obbligo: non sono intervenuto ai funerali di Mario per l’ultimo saluto, pur abbracciando idealmente la moglie Tina, la figlia Claudia e tutta la famiglia, ma un imprevisto intervento chirurgico «urgente» per salvare un cagnolino, me l’ha impedito e Mario che ormai è nella terra dei giusti, certamente lo sa.

Mario, un grande amico da sempre e da me considerato come un fratello maggiore e viceversa. Ci siamo sempre stimati e voluti bene sin dal primo giorno che ci incontrammo. Fu nel canile del Levante a Santo Spirito, quartiere dove ha sempre abitato. Il proprietario di quell’allevamento era il Professor Raffaele Nuzzi (Lello per gli amici), considerato non solo da me un affermato allevatore di quella meravigliosa razza italiana: il Mastino napoletano, da sempre molto apprezzato in tutto il mondo. Incontro avvenuto quando ero ancora un ragazzino (17 anni) e lui che mi correva avanti di otto anni ed era già un avviato costruttore edile. Apprezzai da subito la sua spasmodica passione per il pastore tedesco che ci accomunava, che da quel giorno ci ha sempre uniti per l’incessante lavoro svolto insieme al fine di migliorare e diffondere la nostra amata razza, allora quasi inesistente.

Negli anni ’70, in Italia, come anche in molte altre nazioni, si delineava sempre più in modo preponderante la passione per il cane da pastore tedesco. Nasceva a Modena la S.A.S. acronimo della Società Amatori Schaferhunde in tedesco «cane da pastore tedesco». Venivano così ufficializzati dall’ENCI (Ente Nazionale della Cinofilia Italiana) tanti nuovi allevamenti di questa «nobile» razza canina, con l’apposizione degli «affissi» che determinavano l’appartenenza e la provenienza dei cani allevati da ogni singolo allevatore, cosa che succede tutt’ora. In Puglia all’epoca per quasi tutti gli affissi vennero assegnati nomi delle popolazioni che abitavano nell’antica Apulia. Questo perché il delegato ENCI di allora, il Professor Milella Chartroux, era un appassionato di storia dell’antica Puglia. Così l’allevamento degli Japigi era di Mario Macina, l’allevamento degli Angioini era di Marco Smaldone e così via. In tutte le città d’Italia come anche in alcuni paesi più importanti, furono create sezioni S.A.S. che organizzavano gare di bellezza o di lavoro, che di solito si svolgevano di domenica o giorni festivi. Inoltre, con la mia Presidenza S.A.S. interregionale di Puglia e Lucania, e anche da medico veterinario, organizzavamo importati giornate di studio (congressi cinologici) nell’ottica di migliorare sempre più questa meravigliosa razza canina, che soprattutto all’epoca era gravemente afflitta dalla sempre temutissima displasia. Quindi anche gare sportive di bellezza e di lavoro dove si respirava ancora una sana competizione. A proposito dell’amico Macina, ne ricordo una che avrebbe dovuto svolgersi in Calabria, con precisione a Vibo Valentia. Mario, sempre con quel suo parlare tra il serio e lo scherzoso alcuni giorni prima mi chiese se avessi dovuto partecipare anch’io. Al mio convinto assenso rispose : «e che ci vieni a fare? Tanto con il cane che porto io, non ce ne sarà per nessuno!». Era un giovane esemplare di nome Sinc, figlio del campione del mondo Dago von Schloss Dahlhausen di Casa Gatto. Destino volle che al termine di quella gara il giudice, dott. Walter Gorrieri, assegnò il 1° ed il 2° posto a due miei cani, relegando al 3° posto il «promettente» cane di Mario Macina. Era comunque una realtà mutevole, dato che nelle gare precedenti o seguenti le vittorie avvenivano in maniera alterna, così Mario ed il sottoscritto ed altri alla fine di ogni competizione ci stringevamo la mano, continuando a confrontarci in maniera diretta e sincera.

La nostra schietta amicizia è durata per quasi sessant’anni. Fu un vero piacere quando nel 1977 come Presidente S.A.S. Regionale, al termine di un raduno nazionale del cane da pastore tedesco da me organizzato nella Fiera del Levante di Bari, premiai Mario, poiché un suo cane: Urban Von Wachthaus, si classificò al primo posto come «miglior soggetto assoluto» di quella gara. Già da allora è sempre stato il più grande allevatore della nostra amata razza in Puglia. Risultati che poi hanno trovato conferma a livello nazionale per essere riuscito a fare non uno, ma addirittura due «Auslesi», (titolo di eccellenza mondiale) che è la massima aspirazione di ogni allevatore, ma che è solo per pochi.

Come a volte capita, la vita con lui non è stata sempre generosa e Mario ha dovuto subire pesanti dolori, come la perdita di una delle due sue amatissime figlie, la più piccola, Alessandra, perita anni fa in un assurdo incidente stradale, proprio mentre era in svolgimento un raduno a cui Mario, come di consueto, stava partecipando. Comunque, ha proseguito rialzandosi, grazie anche al suo ottimo carattere e alla schiettezza ed all’amicizia di tantissimi che lo hanno sempre stimato e sostenuto, perché era veramente l’amico di tutti. Solo pochi giorni fa Mario venne a trovarmi in ambulatorio e mi riferì che improvvisamente il suo ultimo campione: Marco degli Japigi, era improvvisamente deceduto a seguito di una torsione gastrica. Era fortemente addolorato e mi raccontò l’accaduto in preda ad una crisi di pianto. Domenica scorsa poi ho appreso la notizia che anche la sua vita è volata via. Mi piace pensare che Mario abbia incontrato i suoi amati cani ad attenderlo sul ponte dell’Arcobaleno e che lo hanno accompagnato nella luce eterna.

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