Domenica 07 Settembre 2025 | 02:47

Puny il guaritore: la storia di un boat designer di Otranto e del suo barboncino toy

 
Katja Brinkmann

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Katja Brinkmann

Puny il guaritore: la storia di un boat designer di Otranto e del suo barboncino toy

Continua il progetto della Gazzetta del Mezzogiorno dedicato ai nostri amici a 4 zampe in collaborazione con Katja Brinkmann

Venerdì 15 Marzo 2024, 12:39

Continua il progetto della Gazzetta del Mezzogiorno dedicato ai nostri amici a 4 zampe in collaborazione con Katja Brinkmann: giornalista, book writer (uno addirittura sulla Puglia) e fotografa tedesca che vive in Puglia da 15 anni. «Amo l’Italia e gli italiani e da quando ho il mio Labrador Sidney, di 2 anni faccio tante conoscenze in più rispetto a prima. È così che è nato il suo blog www.amazingdogstales.com per creare una sorta di album di ricordi tra animali e belle persone incontrati per caso per strada, e che in qualche modo diventano la tua famiglia»

Puny il guaritore

Quando il boat designer Federico Fiorentino si è separato, tutto ciò che gli era rimasto dalla sua precedente relazione era il barboncino toy Puny. Che non solo condivide con il proprietario il gusto nei tagli di capelli, ma è diventato il suo alter ego in molti modi, standogli accanto e coccolandolo quando ne ha avuto bisogno. Ecco la storia di un guaritore peloso che ha curato Federico dal mal d'amore.

Cosa ami di Puny?

«È qualcosa che non mi chiedo mai, è semplicemente la più pura forma d'amore! Non c'è compravendita fra te e il tuo cane, solo cura reciproca e comprensione. Pensavo che i cani chiedessero e basta, ma non sapevo quanto fosse meraviglioso prendersi cura di loro. Siamo sempre insieme, condividiamo tutto. Puny è la mia famiglia, l'essere a cui sono più vicino. Lavoro da casa, a Otranto, dove disegno barche. Una situazione perfetta per un cane! I barboncini soffrono facilmente di ansia da separazione. Se siamo in un bar e devo andare in bagno, se non lo porto con me comincia a piangere disperatamente. Ma onestamente mi piace questo suo essere così possessivo».

Come ha capito che Puny era il cane giusto per lei?

«Ho visto qualcosa nei suoi occhi: Puny sa essere molto socievole con gli altri cani, ma di solito è molto timido con gli umani. Non si lascia toccare da nessuno, eccetto me e la mia ex Maurizia. Perfino i miei genitori non fanno parte del suo circolo della fiducia. Comunque, quando l'ho preso, si è accomodato nella mia scarpa e non ha mai lasciato il mio fianco. Dicono che i cani somigliano sempre più ai padroni, crescendo. Puny è stato simile a me fin dall'inizio».

La sua casa quindi, con lei e Puny, è diventata una casa di soli uomini?

«Sì: dormiamo insieme, mangiamo e giochiamo. Quando parto, Puny resta con Maurizia: è l'unica a cui è davvero legato, e sono felice che loro due trascorrano del tempo insieme. E poi c'è anche Rupert, il barboncino di Maurizia: sono come fratelli, possono giocare tutto il giorno, imparano l'uno dall'altro».

È sempre stato amante dei cani?

«Non saprei. È una di quelle cose che senti da dentro. Non riesco a ricordare il momento in cui ho deciso di prendere un cane, perché non ne volevo uno finché non ho capito quanto mi piacessero i barboncini, con la loro attitudine giocosa e divertente. Quello che suggerisco è di non sottovalutare l'impegno. Bisogna essere sicuri di riuscire a dedicare loro il giusto tempo, considerando lo stile di vita e i piani per il futuro. Perché tu diventi il loro intero mondo, e non li puoi lasciar andare un giorno. Quando sono con te, bisogna occuparsene, non possono semplicemente rimanere a casa. Hanno bisogno di uscire e scoprire il mondo, incontrare persone, vedere posti diversi, fare attività fisica, e hanno bisogno di stimoli. I cani sono come gli umani».

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