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«La comicità deve essere sempre libera di esprimersi. No all’odio social»: Gene Gnocchi premiato a Vico

 
Filippo Santigliano

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Filippo Santigliano

«La comicità deve essere sempre libera di esprimersi. No all’odio social»: Gene Gnocchi premiato a Vico

Stasera riceverà il riconoscimento per la satira al Festival dei Giornalismi sul Gargano

Domenica 28 Luglio 2024, 11:03

FOGGIA - Serata clou questa sera al Festival Gargano dei Giornalismi di Vico del Gargano, dedicato dal giornalista e autore Tv Michele Afferrante al padre giornalista Vincenzo Afferrante. Sul palco di piazza San Domenico (ore 21), dopo la prima serata di ieri con il cantautore Luca Barbarossa, Premio Gargano Musica 2024, introdotti da Chiara Giallonardo arrivano stasera il conduttore Rai Marco Liorni (Premio Gargano di Giornalismo per la Comunicazione), la scrittrice Elisabetta Dami (Premio Foresta Umbra - Amica Terra), insieme al pupazzo a grandezza naturale del suo Geronimo Stilton e il comico e attore Gene Gnocchi (Premio Gargano di Giornalismo per la Satira). Gene Gnocchi ha accettato di rispondere ad alcune domande.

Lei è protagonista da oltre 40 anni della scena televisiva: a suo parere come fa la televisione generalista, alla luce anche dei programmi della nuova stagione appena presentati da Rai e Mediaset, a prevalere ancora sulla rete, sull'on demand, sulle piattaforme?

«Non so quanto la Tv generalista sia davvero vincente, ma forse prevale perché non impegna lo spettatore, che quando torna a casa non ha voglia di riflettere, di pensare a cosa scegliere».

E' ospite e premiato al Festival dei Giornalismi, perché creatore di comicità intelligente, comunicatore che riesce a trasmettere a più generazioni la stessa divertita curiosità per la vita. Nella generazione Z, o comunque nei più giovani, che tipo di attenzione percepisce?

«Beh, molti giovani e giovanissimi mi conoscono per il Rompipallone, la rubrica quotidiana che ho la fortuna di scrivere da 15 anni su La Gazzetta dello Sport. Mi seguono perché leggono in me la loro stessa passione e competenza, ma i ragazzi sono figli del web, degli youtuber, dei quali assorbono i tempi ed anche i meccanismi che fanno scattare la risata, certo molto diversi dal nonsense che ricorre nella mia comicità».

Appunto, anche la comicità ha dovuto adattarsi ai tempi veloci ed ai temi della rete: come vede il presente e il futuro della sua professione?

«Per quanto mi riguarda, tendo sempre a fare quello che mi piace e sul palco mi piace dire quello che vorrei sentire... Certo, soprattutto i tempi del comico oggi sono cambiati, tutto viene digerito e diluito in un soffio, non c'è mai un respiro, è scomparsa l'affezione verso il personaggio».

Il politicamente corretto investe ormai ogni contesto, Tv anzitutto. Per un professionista irriverente come lei, quanto è necessario e quanto invece è un limite?

«Condiziona moltissimo, è evidente, perché i social sono diventati un problema e chiunque, per qualsiasi motivo, può sentirsi dileggiato, offeso, calunniato. Io però sono convinto che il discrimine sia giuridico e quindi se diffamo, o oltraggio, posso essere querelato, ma la libertà di esprimere il proprio pensiero non può essere arginata, vanno invece isolati gli odiatori da tastiera, perché il loro divertimento è soltanto diffamare».

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