Chi ha rapito Jerry Calà? è il titolo del nuovo film di Jerry Calà, al suo settimo lavoro come regista, in programmazione in streaming su tutte le piattaforme principali. L’evergreen dello spettacolo italiano, che non smette mai di stupire per la sua verve e il suo entusiasmo giovanile, in questo progetto audiovisivo, oltre che regista e sceneggiatore, ricopre anche il ruolo di attore protagonista in un cast dove figurano tra gli altri, Sergio Assisi e Barbara Foria con il coinvolgimento di suo figlio Johnny e del rapper Clementino.
Calà ci parli di questa sua nuova mission cinematografica.
«Il film, a parte qualche scena in Molise, è stato girato quasi tutto in Campania, tra Ischia, Monte di Procida, Capo Miseno anche al fine di esaltarne le bellezze paesaggistiche. Amo la Campania e soprattutto Napoli, una città che mi piace tantissimo per la sua gente. È una nazione dentro una nazione... ha la sua musica, la sua cultura, la sua lingua! Qualche tempo fa ho conosciuto la “Vargo film”, di due produttori Gianluca Varriale e Alessandro Riccardi ed abbiamo concertato un progetto di un film-commedia molto originale; insieme al mio sceneggiatore Edoardo Bechis ho scritto la storia che verte intorno ad un buffo e goffo rapimento di una star dello spettacolo».
Jerry Calà, un mito dello showbiz italiano: lei come si autodefinisce?
«Attore e showman, poiché oltre al cinema, già da qualche anno, escluso il periodo della pandemia, sono in tournée con il mio spettacolo per l’Italia, riscuotendo successo».
La sua brillante carriera nasce con «I Gatti di Vicolo Miracoli».
«Esatto, ho cominciato il mio percorso artistico come parte integrante de “I Gatti di Vicolo Miracoli”: abbiamo avuto tante soddisfazioni, componendo qualche disco che si è posizionato in vetta alle classifiche, vendendo milioni di copie. Con il gruppo musicale abbiamo fatto due film, dopodiché io sono stato scelto dal cinema come protagonista, ho lasciato la band ed ho incominciato la mia carriera come attore».
Perché ha convinto fin da ragazzo i registi?
«Non lo so, credo sia anche una questione di fortuna e non solo di volto. Quando dopo avere girato i due film con “I gatti” mi chiamarono per fare il protagonista di un nuovo progetto cinematografico, mi fu detta una frase che resta scolpita nella mia memoria: abbiamo scelto te, perché hai un volto che buca lo schermo».
Calà, lei nel cinema ha rappresentato il tipo ganzo, playboy…
«Più che il figo, ho rappresentato il tipo simpatico che pur non essendo di aspetto bellissimo, con la sua simpatia riusciva a conquistare le donne. La frase che riassume il prototipo dei miei personaggi la pronunciai in Vacanze di Natale: “Non sono bello, piaccio!”».
Lei è il «personaggio» per antonomasia dei film di Vanzina.
«Carlo Vanzina è il regista a cui mi sento più legato e mi manca tantissimo, è lui che mi ha dato successo nel cinema. Sono legato pure al fratello Enrico perché loro due lavoravano sempre a stretto contatto».
È da sempre molto amato dai giovani. Come li coinvolge?
«Il mio successo nei confronti dei giovani deriva dal fatto che ho avuto la fortuna di fare dei film che sono rimasti nel tempo, che ritrasmettono puntualmente sulle piattaforme e sulle reti televisive e che sono diventati dei cult. I giovani capiscono che quei film avevano qualcosa in più, che ci divertivamo di più di oggi. I ragazzi questo lo percepiscono e quando vengono ai miei spettacoli cantano e conoscono tutte le mie canzoni nonostante il salto generazionale».
Cosa non rifarebbe?
«Rifarei tutto, ogni cosa è stata un’importante esperienza di vita».
Ha qualche rimpianto?
«Credo molto al destino al fato, alle sliding doors. A volte si fanno delle scelte che il destino ti fa fare. Ogni esperienza che ho fatto, se mi ha tolto qualcosa per un verso, per un altro mi ha aggiunto qualcosa».
Il suo domani?
«C’è un verso di una canzone di Pierangelo Bertoli che cito sempre e che recita “Io sono un uomo che vive con un piede nel passato e lo sguardo dritto aperto sul futuro”. Mi piace aspettarmi dalla vita sempre qualcosa di nuovo».