Anarchico e comico, non so se mi spiego, Gianni Ciardo in allegra incoscienza ha tagliato il traguardo dei cinquant’anni di carriera.
Come è potuto succedere, Ciardo, che uno che aveva cominciato un’onorevole professione come rappresentante di accendini, si ritrovò a fare (addirittura con successo) l’attore comico?
«Non lo so come fu, ma non fu colpa mia. Mi trovai in alcune serate di cabaret a fianco di Nico Salatino, già nel 1973. Entravo in scena e la gente rideva, oh cacchio, mi dissi, allora è vero! Il vero successo però venne poco dopo, verso il 75-76, al vecchio Purgatorio, quello di Beppe Stucci, con La zita scennute, ancora con Salatino. Mamma mia, allora è vero che sono cinquant’ anni! Contano di più o di meno dei settantaquattro che ho compiuto qualche giorno fa, il 21 luglio? Beh, preferisco i cinquanta professionali, così mi ringiovanisco un poco».
A parte l’ età, conta più per Ciardo l’attività svolta in teatro e in palcoscenico, o quella nel cinema, o quella in televisione?
«Fratello caro, che ti devo dire. È stata tutta una girandola, fra gli anni ‘80 e ‘90, di tanto lavoro che, ora, a ripensarci, mi faccio schifo. Film a strafottere, da Quello strano desiderio a La liceale al mare, da La dottoressa preferisce i marinai a Pierino medico della Saub, dal Sommergibile più pazzo del mondo a È forte un casino, a Tradimento: più di una decina ne ho girati, con attori come Lino Banfi, Alvaro Vitali, Bombolo, Enzo Cannavale, Nadia Cassini, Carmen Russo: tutta roba d’essai, chiaramente, ma vedrete che tornerà di moda fra una decina d’ anni. In televisione devo ricordare le due trasmissioni su Rai 2, nell’87 e nell’88: L’ Italia s’è desta e Aperto per ferie, entrambe con Michele Mirabella e con Carmela Vincenti. In teatro ho recitato testi di Dario Fo, di tanti altri. Basta basta, che parliamo a fare?».
Parliamo invece. E del Gianni Ciardo musicista e cantante, cosa c’è da dire?
«C’è da dire che io suono la chitarra e il pianoforte, da dio modestamente, poi che ho composto decine e decine di canzoni più o meno immortali (tipo Pasquina, oppure Il mambo del taratuffe o Enza). Tanto è vero che stasera (sarebbe il 28 u.s., ndr) sono in scena a Bari, nell’Arena della Pace a Japigia, con Le mie canzoni, un recital nell’ambito del Time Zone di Gianluigi Trevisi, presentato nella serie di spettacoli de “Le due Bari” curato dal Comune. Avrò sotto le mani un pianoforte a coda e addosso uno smoking, non so se mi spiego. Devo decidere se smoking nero o bianco, questo è il problema. Anche se mi sembra veramente un’esagerazione!».
Cosa un’esagerazione? Lo smoking?
«No, è questa cosa delle “Due Bari”, madonna santa dico io, non ne bastava una, mo’ due addirittura! Secondo me già una sola Bari è un’esagerazione, due è propriamente un delitto! Bari sarà la mia bara. Ma fra cent’anni!».