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Rubati i simboli di fede: viviamo in un’epoca balorda o ritornano i riti satanici?

Rubati i simboli di fede: viviamo in un’epoca balorda o ritornano i riti satanici?

 
giuse alemanno

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giuse alemanno

Rubati i simboli di fede: viviamo in un’epoca balorda o ritornano i riti satanici?

Sottrarre dei semplici simboli di fede uniti alla statua di un santo è inquietante.

Domenica 09 Febbraio 2025, 11:15

Martina Franca, Piazza Umberto: rubate le corone devozionali appese al collo della statua bronzea di Padre Pio, e la sua aureola. Non è la prima volta che mi occupo di vandalismo – ricordo, per esempio, un “Punto di vista” nato dallo sfondamento di un vetro della biblioteca Acclavio di Taranto – ma sottrarre dei semplici simboli di fede uniti alla statua di un santo, è inquietante. Come è preoccupante che un simile episodio sia avvenuto in una data molto vicina al 2 febbraio, data sensibile del calendario satanista in quanto vengono consacrate le candele che saranno utilizzate nei riti dei mesi successivi.

C’è sempre qualcosa di malato negli eccessi fideistici, di qualsiasi natura essi siano. Chi considera la fede come forma di conoscenza superiore alla ragione, ritenuta incapace di raggiungere le più alte verità, è incline a perdersi. Per evitare questo, si aggrappa a qualsiasi illusione che può promettere salvezza. Certi culti fanno parte di queste illusioni. Il campionario di simboli, di oggetti, di riti usati per celebrare tali miraggi è sempre poco rassicurante. Se tutto questo fosse solo usato per ribaltare certe caratteristiche sessuofobiche del cattolicesimo, come descrisse Stanley Kubrik in Eyes wide shut, si ricorrerebbe all’indulgenza. Almeno, la mia è garantita. Ma quando certe suggestioni attecchiscono su personalità fragili, diventa pericoloso.

La Gazzetta del Mezzogiorno del 18 marzo 2009, in un articolo intitolato «Tra omicidi misteriosi e sette sataniche», collega alcuni delitti avvenuti in Puglia al proliferare di tali forme di culto. Viviamo un’epoca balorda, in cui tutto è maledettamente possibile. E a pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina, come sosteneva Giulio Andreotti, uno che scrisse una lettera al signor Diavolo Capo, pubblicata da “Lettere – il mensile dell’Italia che scrive”. «Non se la prenda. Il mondo contemporaneo è pieno di contraddizioni», così il più sulfureo dei politici italiani blandì il signor Diavolo Capo, quasi fosse un vecchio capufficio brontolone. Argute malizie di un sette volte Presidente del Consiglio dei Ministri, che andava a messa tutte le mattine. A noi, invece, tocca stare attenti e non sottovalutare certi “furti”, apparentemente inspiegabili. A volte nascondono altro, qualcosa che va oltre l’episodio delinquenziale. Devianze e manipolazione delle coscienze possono essere il companatico di questo “oltre”. Le conseguenze possono essere amare. Molto.

P.S.: Questa rubrica ha superato quota 100. Grazie per l’attenzione che i lettori della Gazzetta dedicano alle mie riflessioni domenicali. Vi voglio bene.

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