Il Carnevale è quasi alle porte ma non fa ridere, e del resto si porta da sempre una componente inquietante, prim’ancora che gioiosa. Al di là del ‘levare carnem’ in vista della Quaresima, rappresenta il ‘mondo alla rovescia’ dove è tutto consentito perché si è mascherati. Licet insanire, dunque, ma solo quando le follie sono passeggere. Ma ciò che in città si respira non è episodico e non ha nulla di allegro; è ‘solo’ mondo alla rovescia che porta con sé un caos ingestibile. A San Marco in Lamis sembra un film, ma non lo è. Con un escavatore è stato sventrato l’ufficio delle Poste con conseguente furto della cassaforte. Ingenti i danni, oltre 300 mila euro. Che sia dura a morire la gramigna della criminalità è un dato di fatto incontrovertibile, ma è altrettanto indubbia la presenza della Squadra Stato, sempre in grado di fronteggiare eventi al limite della tollerabilità. E del resto in questo territorio malconcio due pentiti di mafia hanno deciso di collaborare; chiaro segno di un’inversione di tendenza.
Ancora; decisi segnali di ascolto e apertura arrivano dalla Prefettura dove gli agricoltori, per loro stessa ammissione, sono stati ben accolti e le loro richieste prese in conto. Su questi fronti il mondo va dritto, non a rovescio. A Lucera, però, una madre ha malmenato un professore, suo malgrado accusato di non avere inflitto una punizione particolarmente esemplare al ragazzino che ha picchiato suo figlio. Peggio non si potrebbe sentire e vedere, non foss’altro per la logica degli adulti e del buon esempio: non è con le mani che si risolvono le cose.
Più mondo alla rovescia di così non si può, se ad agire in tal modo sono i cosiddetti ‘grandi’. Mentre furoreggia un’aspra battaglia dentro l’Università, non va meglio nello spazio urbano, dove i cittadini lamentano l’ancora scarsa illuminazione segnalando casi al limite del pericoloso. Se non ci fosse da piangere, insomma, ci sarebbe da ridere (drammaticamente), così come accade quando vediamo tutte in fila quelle grottesche maschere di Carnevale che lasciano straniati e confusi, prim’ancora che allegri. Allo stesso modo si snocciolano questi eventi l’uno dietro l’altro, in una settimana a dir poco surreale.
Eppure basterebbe poco, con l’impegno di tutti. Non resta che concordare con Leopardi quando lamentava di dover essere dannato a consumarsi “in questo natio borgo selvaggio, intra una gente zotica”. Quando si dice l’acutezza dell’immagine con una magistrale sintesi letteraria.