Come prima canzone in assoluto, nella sua carriera da paroliere, Franco Migliacci ha scritto Nel blu dipinto di blu. La storia narra che Migliacci e Modugno lavoreranno alla composizione per oltre sei mesi dopo la prima intuizione avvenuta dopo una giornata negativa nella quale mandare «a quel paese il mondo, dipingendosi le mani e la faccia di blu» o forse dopo un incubo notturno mescolato con la visione del quadro Le cos rouge dans la nuit di Chagall e un po’ di alcool della sera prima.
Una prima canzone che cambia la storia della musica italiana nel momento in cui Modugno spalanca le braccia sul palco dell’Ariston nel 1958, un ritornello così potente da diventare titolo alternativo per insurrezione popolare: Volare.
Franco è stato il più grande autore italiano ed un talent scout incredibile. Persona dolcissima, con Modugno sempre un passo indietro, un gigante della musica e della cultura italiana. Ci siamo detti molte cose in trent’anni, una vorrei citarla: gli chiesi se il suo essere perbene e gentile, derivasse dalla fortuna di aver scritto, come prima canzone, Volare. Mi rispose che «se sei un prepotente resti prepotente, se sei un arrivista resti arrivista, ed io sono sempre stato dall’altra parte». Le sue canzoni sono state cantate da chi ha fatto la storia della musica, cito Elvis e mi fermo- ricorda Gianni Torres, regista autore della rappacificazione tra Modugno e Polignano a Mare con l’evento «Modugno torna a casa» di trent’anni fa, seppellendo il nemo profeta in patria.
Migliacci è scomparso due settimane fa. A quel primo successo ne sono seguiti moltissimi altri, da Tintarella di luna a C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones, Ma che freddo fa, Il cuore è uno zingaro, La bambola e tantissime altre canzoni che hanno saputo raccontare delle storie diventando loro stesse storia italiana.
L’ho incontrato una volta sola, sul palco dell’evento «Meraviglioso Modugno». Dietro le quinte ci fece dono di aneddoti come gioielli e alla domanda dell’intervistatore «Che cosa è l’umiltà?» rispose senza parole, facendo brillare gli occhi di commozione.