Un leone rampante che impugna con la zampa una spada romana, simbolo di forza e di coraggio; due fiaccole incrociate, a dire del sempre zelante e vigile soccorso. No, non siamo in altri tempi, ma in quelli attuali che godono di longevità e modernità allo stesso tempo. Buon compleanno alla Polizia di Stato, che ha festeggiato i 171 anni con una declinazione, quella foggiana, tutta particolare.
È una terra difficile, d’accordo, ma ci si chiede se non sia necessario proprio in questa zona (che spesso si carica dell’acre sapore della rassegnazione) provare a vedere «con un terzo occhio, quello che ci fa approdare nelle terre del possibile, dove non c’è mai spazio per la resa». Parole del Questore Ferdinando Rossi, impegnato da un anno esatto non solo a combattere gli illeciti, ma anche ad avvicinare cittadini e soprattutto giovanissimi alla Polizia. Prova ne sono quei cori festanti di ragazzi di scuole e dell’oratorio «Sacro Cuore» all’ingresso di Palazzo Dogana, che hanno dato prova di sé con elaborati a tema.
Lo sguardo a questi cittadini del domani, la cui educazione morale e civile deve essere un impegno dell’oggi, va di pari passo con «la disarticolazione delle bande criminali, con il recupero dei beni confiscati e l’abbattimento di immobili abusivi, spesso utilizzati quali fortilizi per lo svolgimento di attività illecite. La legalità in questo territorio va conquistata metro dopo metro, e queste azioni risultano fondamentali per la riaffermazione dello Stato in ambiti permeati da gravi fenomeni di illegalità».
All’elegante prosa del discorso i dati di fatto, la sicurezza dei territori, la percezione della fiducia nello Stato quale bene immateriale eppur impattante per i cittadini. E poi gli encomi ai funzionari che si sono particolarmente distinti, veri anelli di congiunzione tra il corpo di Polizia e i cittadini che hanno il legittimo diritto di sentirsi sicuri. «Questa terra ha tutte le carte in regola per sognare un oggi migliore, e per noi vuol dire provare a realizzare qualcosa che resti nel tempo e a opporre la determinazione del bene alla ineluttabilità del male», ha concluso il Questore. E nell’eterno dualismo tra bene e male viene in mente quel Santo tanto amato e patrono della Polizia, Michele Arcangelo, le cui vestigia sono su questa terra. Sconfiggere il drago è impresa sovrannaturale, coltivare il possibile è roba di quaggiù. E dunque parafrasando il motto della Polizia, grazie di esserci. Sempre.