Domenica 28 Dicembre 2025 | 14:39

Se l’anno nuovo che verrà non coincide con il meglio

Se l’anno nuovo che verrà non coincide con il meglio

 
rossella palmieri

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rossella palmieri

Se l’anno nuovo che verrà non coincide con il meglio

Ci vuole più forza nel lasciare andare che nel trattenere. Vale per gli amori, gli oggetti, i vestiti, le scarpe, l’anno che va via. Per tutte le cose che ci sono appartenute e che, per i motivi più disparati, sfuggono dalle nostre mani

Domenica 28 Dicembre 2025, 11:55

Ci vuole più forza nel lasciare andare che nel trattenere. Vale per gli amori, gli oggetti, i vestiti, le scarpe, l’anno che va via. Per tutte le cose che ci sono appartenute e che, per i motivi più disparati, sfuggono dalle nostre mani, perché non tutto è destinato a restare. Ma per ogni cosa che va c’è una lezione da apprendere, una riflessione da fare, un nuovo comportamento da adottare. Ci piace pensare che sia così per ogni fine anno; che sia il consuntivo, se è ai nostri occhi degno, la base da cui partire per guidare il nuovo corso. E invece raramente succede: il passato, anche quello recente, viene subito rubricato, spazzato; il presente, l’unico tempo realmente a nostra disposizione, bruciato al fuoco dell’effimero, del superficiale. La generazione di chi scrive ricorderà senz’altro un Capodanno in cui fu lanciata una lavatrice da chissà quale piano, fortunatamente senza conseguenze. Allora non c’erano i social ma la notizia fece comunque il suo giro tra incredulità e stupore. Ora, è evidente che tutti noi siamo ben più di una lavatrice, ma il senso non cambia. È giusto lasciare andare le cose piuttosto che trattenerle, ma è “’l modo ch’ancor offende”, con buona pace dantesca. Spesso vengono gettate così, le persone piuttosto che le cose, non dal quinto piano, ma senza un ‘grazie’ che della maturità ha il sapore. Eppure si dovrebbe creare un senso di appartenenza con chi e cosa ci ha fatto stare bene; e la gentilezza è, tra tutti i comportamenti, quello che – è ancora il sommo poeta a dirlo – reca stupore, insieme all’onestà. Ma l’anno corre troppo per farci declinare questi atteggiamenti nella vita pratica, accecati dall’ambizione e dalla voglia del nuovo, che non necessariamente coincide con il meglio. Nei giorni in cui sbirciamo curiosi gli oroscopi per vedere se la felicità sia finalmente dietro l’angolo, che ci si ricordi delle parole dello scrittore greco Kazantzakis, autore di “Zorba il greco”: “questa è la vera felicità; non avere alcuna ambizione e lavorare accanitamente; mangiare e bere il giorno di Natale, poi sfuggire da solo a tutte le lusinghe, a sinistra la terra, a destra il mare”. Mi sia concesso di riservarmi le ultime parole di questa citazione per salutare i lettori e “Punti di vista” (ma con la “Gazzetta” è un perenne arrivederci, che è la condizione ideale per non far mai finire le cose belle): “comprendere all’improvviso che nel tuo cuore la vita ha compiuto il suo estremo miracolo e si è trasformata in fiaba”. Buon anno.

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