SPINAZZOLA - Il prossimo mercoledì si torna a parlare dell’ex Istituto Penitenziario di Spinazzola, monumento dello spreco, nel consiglio provinciale. L’ordine del giorno è stato proposto dalla seconda Commissione Consiliare Permanente, presidente Carlo Scelzi ex sindaco della città. Lo spunto per richiedere la riapertura della struttura, da oltre un anno e mezzo in completo abbandono, ha trovato origine nella sentenza con cui la Corte Europea dei diritti umani di Strasburgo, a gennaio, ha condannato l’Italia per il “trattamento inumano e degradante” nelle sue carceri.
Sovraffollate, fatiscenti, quasi al collasso, riconoscendo un risarcimento di 100mila euro a 7 detenuti di Busto Arsizio e Piacenza costretti a vivere in tre metri quadrati. Sempre a Strasburgo pendono altri 550 ricorsi. L’excursus con cui il documento intende impegnare il presidente della provincia Francesco Ventola a chiedere e sollecitare il Ministero e il Dipartimento dell’Ammini - strazione Penitenziaria alla riapertura del carcere di Spinazzola, con provvedimento urgente, che sarà inviato anche alla Conferenza dei Sindaci, alla Presidenza della Repubblica, Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministero della Giustizia, appare però molto sintetico e lacunoso. Cancella la storia passata e recente del carcere di Spinazzola che ospitava detenuti “sex of fender”, per i quali era stato avviato un complesso progetto contro la recidiva. Finanziato interamente dall’Asl/Bt che aveva ricevuto consenso anche nella Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori in campo sanitario.
Limitandosi, la proposta dell’ordine del giorno a «Situazioni carceri», manco fosse un mantra, a ribadire quello che ormai il carcere non è più. Ovvero che l’istituto di Spinazzola: “ha conseguito brillanti risultati, pur con le modiche risorse a disposizione, impressionando positivamente nell’org anizzazione, l’ordine e la pulizia degli ambienti, apparsi scrupolosamente curati a partire dagli ambienti di uso comune e dai servizi sino alle sezioni detentive ”. Ulteriore sfogo, per la struttura dove ora ballano i topi, viene dato alla descrizione delle tante “iniziative trattamentali a favore della popolazione detenuta, tutte connotate da concretezza ed effettiva valenza spendibile una vota in libertà” che vengono puntualmente riportate.
La condanna dell’Italia per la situazione carceraria in pratica pare aver ispirato. Ed ha rimesso in moto la politica, ma solo per l’ex carcere di Spinazzola. Nessun accenno viene riservato al carcere di Minervino Murge, uguale uguale, costruito a fotocopia, come l’edificio di Spinazzola e mai entrato in funzione. Altri otto miliardi di vecchie lire buttati al vento. Così come nulla si dice della condizioni del carcere femminile di Trani e della condizione di quello maschile della stessa città. Come anche nessun accenno è manifestato, e si dovrebbe, caspita se si dovrebbe, sulla carenza del personale di Polizia Penitenziaria chiamato a gestire le carceri nella totale precarietà non solo nella Bat, ma nell’intera regione.
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