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«Io, dopo la rapina salvato da un agente»

 
«Io, dopo la rapina salvato da un agente»

Lunedì 28 Giugno 2010, 11:10

02 Febbraio 2016, 21:59

di Gianpaolo Balsamo

ANDRIA - «Dopo la rapina ero sfiduciato. Volevo chiudere l’attività ma l’incontro con il “maresciallo” (il sovrintendente Biagio Cantatore del commissariato di polizia di Andria, ndr) mi ha dato la forza per continuare».

Salvatore Pollice, giovane titolare di un bar-pub nel centro storico della «Città federiciana», ringrazia il suo «eroe, colui che, nonostante sia passato oltre un anno da quello spiacevole episodio, continua a considerarlo il suo «angelo custode». E per dimostrare la sua riconoscenza, dopo aver scritto al questore Giorgio Manari e al dirigente del commissariato andriese, Giuseppe Di Vittorio, Pollice è tornato a prendere carta e penna. In occasione dell’encomio solenne ricevuto dal sovrintendente Biagio Cantatore durante la cerimonia svoltasi nei giorni scorsi nell’aula magna del Centro polifunzionale della Polizia di Stato di Bari-S.Paolo, il giovane andriese ha voluto esprimere la sua gratitudine scrivendo al Prefetto di Bari, Carlo Schilardi, al Prefetto della provincia di Barletta-Andria-Trani, Carlo Sessa e al capo della Polizia, Antonio Manganelli. «Non posso dimenticare il nome del sovrintendente Cantatore - scrive Salvatore Pollice - e gioire per la strada che ha preso la mia vita dopo l’incontro con il mio angelo avvenuto in un brutto momento della mia esistenza e quindi, a distanza di tempo, dico ancora grazie».

Biagio Cantatore e l’assistente Michele Colaprice, entrambi in servizio nel commissariato di polizia di Andria, l’8 marzo del 2009, riuscirono a sgominare una banda di giovani rapinatori (tra i quali anche un minore) che, forse per festeggiare la ricorrenza della festa della donna «a modo loro», presero di mira un bar di via De Anellis, alle spalle di Palazzo di città. Quattro persone finirono dietro le sbarre (il 25enne Daniele Vitolano con precedenti, Giuseppe Santovito e Marco Losito di 19, e il 17enne A.C., tutti incensurati e di buona famiglia) con la pesante accusa di rapina aggravata in concorso. Provvidenziale fu l’allarme antirapina fatto scattare proprio dal titolare del bar, subito dopo l’irruzione dei malviventi, alla centrale operativa della «Vegapol» ed il tempestivo intervento dei vigilanti e dei poliziotti di una volante, entrambi impegnati in servizi di controllo del territorio.

«Al “maresciallo” spiegai che i ladri erano scappati da poco e lui, senza paura, andò nella direzione che gli indicai e riuscì a prendere uno dei malfattori». Quello che successe quella notte, Salvatore Pollice lo ricorda con estrema lucidità: «Io non avevo mai avuto a che fare con la polizia. Quella esperienza la ricorderò per sempre».

Ma il giovane barista andriese ringrazia il «suo» poliziotto anche per un altro motivo: «Il “maresciallo” non mi ha abbandonato. Quando può passa davanti al mio locale con la macchina della polizia. Non si ferma. Mi guarda e se ne va. Mi sento come se alle mie spalle c’è un angelo che mi protegge. Qualche volta ci siamo incontrati e volevo offrirgli un caffè per sdebitarmi per quello che fa per me ma lui mi dice poche parole che mi rassicurano: “Salvatore pensa a lavorare e stai tranquillo”, rifiutando il mio piccolo gesto di riconoscenza».

Davvero una gran bella storia di gratitudine. Spesso, infatti, le cronache raccontano episodi negativi. È bello poter segnalare anche notizie positive, seppure semplici, dove prevale l’aiuto al prossimo e lo spirito di servizio.

«Vi devo dire - conclude Salvatore Pollice - che il mio locale sta nel centro storico dove abitano molti ladri e gente che è stata in galera e che dà fastidio ma il sovrintendente Cantatore e tutta la Polizia di Stato con la sua presenza fa vivere tranquilli me e le altre brave persone che qui abitano».

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