BARI - Tutto dipende da quello che farà il gruppo Fs, che per mercoledì 18 dicembre ha fissato in seconda convocazione l’assemblea dei soci di Ferrovie Sud Est. In quella sede si deciderà il destino della società che gestisce la più importante rete in concessione d’Italia, travolta ad agosto da una sentenza del Consiglio di Stato che - oltre ad annullare il decreto di trasferimento del 2015 dal ministero delle Infrastrutture a Fs - ha dichiarato illegittimi i 70 milioni che il governo Renzi aveva messo a disposizione per il salvataggio nel 2016.
Nei conti della società si è dunque aperto un «buco» dello stesso importo, ed è per questo che a ottobre il cda guidato da Venerando Monello ha preso atto della sentenza chiedendo all’azionista (il gruppo Fs) di convocare l’assemblea dei soci per gli «adempimenti conseguenti» (che in base al codice civile sono la ricostituzione del capitale sociale oppure la messa in liquidazione). Pochi giorni dopo la holding del gruppo Fs, approvando la semestrale, ha esposto un risultato di periodo negativo per 199 milioni effetto soprattutto dell’accantonamento a fondo rischi di 153 milioni: cioè i 70 del contributo pubblico «cassato» e gli 83 del prestito ponte concesso per garantire l’ordinaria amministrazione nelle settimane convulse del salvataggio.
Il caos di Fse potrà dunque avere conseguenze su piani diversi...