L’ultima rapina in Puglia, in ordine cronologico, ai danni di un istituto di credito, risale allo scorso mese di febbraio quando un uomo fece irruzione nella filiale della Banca Popolare Pugliese e, minacciando con un coltellino una dipendente, si fece consegnare banconote e monetine presenti nella cassa in quel momento, poco più di 50 euro. Andando a ritroso, invece, nel 2023 nel Tacco d’Italia c’è stato un solo colpo (in Salento) rispetto ai sei del 2022 con un calo dell’83,3%.
A livello nazionale, la riduzione è del 35,5%, con le rapine che sono passate da 124 nel 2022 a 80 nel 2023. Insomma, l’epoca dei colpi nel caveau come delle pistole puntate agli sportelli sembra ormai finita.
È questa la fotografia che emerge dai dati di Ossif, il Centro di ricerca Abi in materia di sicurezza anticrimine, dai quali risulta anche un calo del fenomeno a livello nazionale: complessivamente, infatti, le rapine allo sportello sono passate da 124 del 2022 alle 80 del 2023 (-35,5%). Tutto questo nonostante nel sistema creditizio la politica delle banche volta a ridurre i costi in maniera sempre più marcata ha inciso in molti casi anche sui livelli di sicurezza fisica di lavoratori e clienti. Non ci sono più le guardie giurate davanti alle agenzie, le porte con metal detector o altri dispositivi per disincentivare l’intrusione sono sempre meno presenti, gli istituti bancari sembrano preferire sempre più le porte scorrevoli che danno libero e immediato accesso alle loro sedi.
Eppure nel 2023, cala anche il cosiddetto indice di rischio (cioè il numero di rapine ogni 100 sportelli) che è passato da 0,6 a 0,4 a livello nazionale e da 0,6 a 0,1 in Puglia.
La tendenza positiva che ha caratterizzato il fenomeno negli ultimi anni è anche il frutto del lavoro congiunto di banche e Forze dell’Ordine. Basti pensare che, tra il 2013 al 2023, le rapine allo sportello sono diminuite del 93,6%, passando dalle 1.246 del 2013 alle 80 del 2023.
Sono questi i principali risultati dell’indagine condotta da Ossif, il Centro di ricerca Abi in materia di sicurezza, che sono stati presentati nei giorni scorsi durante un convegno «Banche e Sicurezza 2024», la due giorni di lavoro sui temi chiave della sicurezza in banca.
Spulciando i dati del rapporto Ossif, l’anno scorso non c’è stata alcuna rapina nelle Marche, in Molise, Sardegna e Trentino Alto Adige. Per il resto cali ovunque, Piemonte compreso dove il colpi scendono in un anno da nove a sette, tutti a istituti di credito del torinese. Il Piemonte vede anche scendere il suo indice di rischio da 0,5 a 0,4, in linea col livello nazionale che però partiva da un indice a 0,6.
Gli unici aumenti si registrano, purtroppo in Basilicata (oltre che in Campania e Umbria, Val d’Aosta e Friuli-Venezia-Giulia) dove è stata registrata una rapina dopo un anno in bianco nel 2023.
Secondo quanto l’Abi fa emergere, le banche italiane investono ogni anno circa 500 milioni di euro per rendere le proprie filiali ancora più protette e sicure, adottando misure di protezione sempre più moderne ed efficaci e formando i propri dipendenti anche attraverso un’apposita «Guida alla sicurezza per gli operatori di sportello», realizzata da Ossif in collaborazione con il Ministero dell’Interno e le Prefetture. La «guida antirapina» è un significativo punto di riferimento per chi opera ogni giorno nelle filiali bancarie: una sorta di vademecum su come comportarsi durante le rapine, ma anche indicazioni utili per prevenirle nonché per agevolare il controllo del territorio e l’attività investigativa delle Forze dell’Ordine.
Grande merito è da attribuire anche al nuovo Protocollo d’intesa tra l’Abi e le Prefetture per la prevenzione della criminalità ai danni delle banche e della clientela che, attraverso dialogo, scambio di informazioni, strumenti di valutazione del rischio e misure di sicurezza, contrasta in modo sempre più efficace il fenomeno criminale delle rapine in banca.