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Regione, atti della consulente De Simone. Zullo: «In realtà quei contratti sono a servizio del partito»

 
Mimmo Mazza

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Mimmo Mazza

Regione, atti della consulente De Simone. Zullo: «In realtà quei contratti sono a servizio del partito»

Il senatore Zullo (FdI): troppi dirigenti collegati al Pd, la Corte dei Conti dovrebbe controllare esattamente come fa con il Consiglio

Venerdì 03 Maggio 2024, 11:37

Senatore Ignazio Zullo (FdI), lei ha sempre criticato ed osteggiato gli incarichi fiduciari di Emiliano. Ci spiega il perché?

«Ma guardi ci sono incarichi di alto contenuto tecnico-professionale che normalmente è difficile ritrovare nell’organico del personale in servizio presso la pubblica amministrazione e che sono utili alla collettività e ci sono incarichi che non si fondano su competenze tecniche, assolvono a compiti normalmente propri del personale in servizio, conferiti per clientelismo politico e che diventano predatori della collettività. Quando il presidente Emiliano nomina nella legislatura 2015-2020 un suo compagno di partito come consigliere personale con uno stipendio dirigenziale a spese della collettività e poi questo suo compagno si candida alle regionali del 2020, non viene eletto, e viene nominato vice-capogabinetto con stipendio dirigenziale si dà l’idea che non si è al servizio della collettività ma al servizio di sé stessi e del proprio partito considerato che questa persona poi assurge al ruolo di segretario regionale del Pd».

Non le sembra di essere un po’ troppo severo nel giudizio?

«Assolutamente no! Dobbiamo finire di pensare che “anche lui deve campare”. Tutti devono campare ma dando e non togliendo alla collettività. Deve considerare che il ruolo di vice-capogabinetto non è mai esistito in Regione e per momenti di assenza del capo di gabinetto le funzioni sono sempre state assolte da un dirigente in servizio. È evidente che dal 2015 abbiamo un amico di Emiliano che a spese della collettività percepisce uno stipendio dirigenziale fino al 2020 come consigliere del presidente e dal 2020 come vice capogabinetto e nello stesso tempo dirige il Pd a livello regionale. C’è da chiedersi quanto tempo dedicava e dedica alla Regione e quanto al partito, quali apporti tecnico-professionali abbia offerto e offre alla collettività e quanta clientela offre al Pd con i soldi della collettività».

Ma non sembra essere l’unico...

«Infatti. C’è n’è un’altra, come ha raccontato la “Gazzetta”, che dal 2015 è consigliera personale di Emiliano e fino a pochi giorni fa è stata presidente del Pd di Bari con stipendio dirigenziale e a spese della collettività. Le sembra giusto che se un anziano o un malato ha bisogno di assistenza ti dicono che mancano i soldi e poi si utilizzano i soldi in questo modo? Ma potremmo estendere il discorso ai capi dipartimento in gran parte candidati alle elezioni in liste a supporto di Emiliano e non eletti che sono stati nominati da Emiliano con stipendi dirigenziali a scapito di bravi dirigenti in servizio in Regione. E sa qual è la differenza tra uno in servizio vincitore di concorso e uno nominato da Emiliano?»

Qual è?

«Quando si é in servizio perché un dirigente vi arriva per concorso e dopo anni di esperienza, quel dirigente risponde alla legge e la applica e la fa applicare. Quando si è nominati dal potente di turno, in questo caso Emiliano, per meriti politici, il rapporto di fedeltà è in primis verso Emiliano e si assecondano i suoi voleri e non i bisogni della gente pena la cessazione dell’incarico e anche qui sovviene il “tengo famiglia”».

Però anche i gruppi politici presenti in Consiglio regionale assumono personale che in molti casi è legato ai partiti?

«È verissimo ma questo è previsto da una legge di riduzione della spesa dei gruppi consiliari delle Regioni voluta dal governo Monti in un momento di forte difficoltà economico-finanziaria del nostro Paese. Non si tratta di personale dirigenziale, ma con compiti impiegatizi e con remunerazione i cui limiti sono fissati per legge e la cui spesa è rigidamente controllata annualmente dalla Corte dei conti. Entro il 31 gennaio i capigruppo trasmettono il rendiconto delle spese sostenute (circa 52mila euro anni per consigliere, ndr). La Corte dei conti verifica la correttezza, la congruità, la veridicità della spesa e che questa sia effettivamente sostenuta per il funzionamento dei gruppi e non per fini maldestri. Eventuali spese ritenute ingiustificate vengono rimborsate al Consiglio regionale dai consiglieri, di propria tasca. Pensi che per molti collaboratori viene chiesto, giustamente, conto del lavoro svolto (presenza, tipo di attività, documenti prodotti...)».

Quindi anche per gli incarichi fiduciari di Emiliano potrebbero essere attivati gli stessi controlli?

«Certo e me lo auguro a tutela della collettività ma anche dei singoli beneficiari di questi incarichi. Abbiamo bisogno di capire se è quanto lavorano per la Regione e quanto per il Pd, se il loro lavoro è funzionale a gestire i servizi regionali diretti alla collettività o a gestire la clientela in funzione del consenso elettorale, se abusano di questi incarichi per essere presenze condizionanti nelle Asl, nelle sanitaservice, nelle agenzie regionali o in altro, quale è il rapporto tra loro e gli assessori e come il personale sente queste presenze se più o meno influenti di un assessore o di un dirigente. Mi auguro che la Corte dei Conti esegua lo stesso controllo su questi incarichi, pari a quello che esegue sul personale dei gruppi. Non si possono fare figli e figliastri solo perché i figli appartengono ad Emiliano e quello che sta emergendo impone verifiche di questo tipo. E una cosa vorrei ancora dire. A mio avviso il primo controllo è politico e avrebbe dovuto farlo la segretaria Schlein che ancora oggi non ha detto una parola sui suoi due dirigenti regionali retribuiti dalla collettività su incarico fiduciario di Emiliano. E fa specie che non si sia accorta che questi due dirigenti prima di osservare i suoi indirizzi hanno a cuore le proprie sorti di reddito e non potranno mai contrariare Emiliano, anche andando contro le aspettative della comunità del Pd. E non possiamo certamente affermare che questo è affare suo. Una Schlein che predica moralità e richiede pulizia nel suo partito ha il dovere di liberare la collettività pugliese da questa vergogna».

E se l’onorevole Schlein non provvede?

«Sono certo che qualcuno in Corte dei conti prima o poi chiederà conto ma sarebbe opportuno che questo accada con immediatezza. Quella degli incarichi fiduciari di Emiliano potrebbe nascondere una commistione politico-clientelare ancora più vergognosa e intollerabile della compera dei voti e il dovere di liberare la Puglia da questo sistema incombe su tutte le istituzioni».

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