Leonardo Donno, coordinatore regionale del M5S. Si è interrotto con Conte a Bari il percorso governista dei pentastellati nella giunta Emiliano. E’ un addio o un arrivederci?
«Abbiamo preso una decisione concreta per consentire alla Puglia di voltare pagina. Il Patto per la legalità annunciato dal presidente Conte rappresenta una grande opportunità, per questo auspichiamo che ci sia la convergenza anche delle altre forze politiche e di Emiliano. Ancora prematuro parlare di prospettive future, adesso concentriamoci su come sradicare la cattiva politica».
Basta la sensibilità per le transizioni ecologiche a compensare le voragini sulla legalità emerse nel di centrosinistra?
«Non basta, occorrono segnali concreti, ecco perché abbiamo rinunciato ai nostri incarichi mettendo davanti la credibilità della buona politica e l’interesse dei cittadini. In questi anni i nostri eletti in Regione dalla maggioranza hanno ottenuto risultati importanti. Ma non si poteva girare la testa dall’altra parte di fronte ai gravissimi fatti di questi giorni. La responsabilità della politica è agire con azioni forti e coraggiose per dare vita a un nuovo percorso di crescita».
Accanto all’assessore Rosa Barone, sedeva la collega indagata Anita Maurodinoia.
«Abbiamo preso atto delle dimissioni immediate dell’assessore, le notizie e le indagini che si sono susseguite ci hanno portato a fare le nostre valutazioni e tradurle in fatti».
Il dialogo tra Conte e gli eletti regionali pugliesi?
«Come sempre c’è stato e ci sarà. Riconosciamo il grande impegno quotidiano dei nostri consiglieri. Abbiamo agito compatti, la legalità è un valore fondante della nostra azione».
Quali i punti salienti del patto sulle legalità proposto a Emiliano?
«Ogni punto è fondamentale per creare un contesto di azioni che possono dare una svolta non solo alla Puglia ma anche al resto del Paese».
Un assessorato alla legalità basterà per correggere le storture?
«Non si può cancellare il passato, ma si possono mettere in atto azioni affinché determinati casi non si verifichino ancora. È il compito della politica. L’assessorato è uno strumento importante, e di certo non lo abbiamo chiesto per il M5S, ma può rappresentare un presidio di legalità che si aggiunge agli altri per combattere la cattiva politica».
A Bari è confermata la fiducia a Laforgia. C’è spazio per mediazioni su un nome legalitario come, tra gli altri, Gianrico Carofiglio?
«Il sostegno a Laforgia non è in discussione. Da parte nostra c'è stato un percorso di lealtà, trasparenza e coerenza. Abbiamo atteso per mesi un terzo nome dal Pd, mai presentato, così come non ha mai fornito elementi ostativi nei confronti di Laforgia. Ora auspichiamo una convergenza sul suo nome».
Il senatore Mario Turco è apparso a suo agio nel palazzo della presidenza della regione.
«Come detto da Conte, il M5S è nato per cambiare la politica, non per essere cambiato da essa. Non ci interessano le poltrone, quando sarà il momento parleremo di programmi e obiettivi, solo alla fine i nomi».