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Zullo (FdI): «Aiuti a giovani e imprese»

 
Mimmo Mazza

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Mimmo Mazza

Zullo (FdI): «Aiuti a giovani e imprese»

«Protestano i sindacati? Silenti con i disastri del centrosinistra»

Mercoledì 03 Maggio 2023, 13:13

Senatore Ignazio Zullo, anche la festa del 1 maggio al pari del 25 aprile è stata contrassegnata da polemiche...

«Purtroppo sì e direi strumentali – risponde il capogruppo di Fratelli d’Italia nella commissione Lavoro e Sanità - solo perché alcuni sindacati si sono sentiti degradati per aver osato il premier Meloni convocare il Consiglio dei Ministri per affrontare tematiche di forte interesse dei lavoratori e del lavoro».

Ma Cgil, Cisl e Uil non hanno ragione? In fondo sono loro che rappresentano i lavoratori.

«No guardi, chiariamo una cosa: loro rappresentano una parte dei lavoratori ma il 1 maggio deve essere sentita come festa anche dai lavoratori non sindacalizzati, dai lavoratori rappresentati da altre sigle sindacali, dai lavoratori liberi professionisti e mi lasci dire anche da tutta quella schiera di onesti che non vivono di lavoro dipendente ma che esercitano a proprio rischio di impresa attività commerciale, artigianale, industriale. Sfido chiunque ad affermare che la precarietà e la fuga dei nostri giovani all’estero siano figlie del Governo Meloni che è in carica da circa sette mesi. La strumentalità dei confederali, con un leggero distinguo della Cisl, è nel loro muoversi a governi alterni. Sono appiattiti quando governa la sinistra e si svegliano quando governa il centrodestra. Il tema del lavoro va affrontato a tutto tondo e non solo dalla parte del lavoratore che resta sì una componente essenziale ma non l’unica. L’analisi deve tener conto che siamo nel mercato globale e si vive di competitività e quindi va sostenuto il sistema economico del Paese a partire dal sistema delle imprese e delle piccole e medie aziende. Quando il sistema economico è forte vorremmo essere tutti senza posto fisso per poterci offrire al miglior offerente come i calciatori. Quando il sistema economico è debole siamo alla ricerca del posto fisso e dei sussidi che aiutano ad andare. Il Governo Meloni ha una visione globale e di sistema».

Ovvero?

«Giorgia Meloni con i suoi Ministri si sta dannando l’anima in Italia e all’estero per tenere alta la credibilità e l’affidabilità del nostro Paese, indispensabili per la tenuta dello spread. Con la riforma fiscale intendiamo rendere più forti la competitività delle imprese e il potere di acquisto delle famiglie. La riduzione del cuneo fiscale determinerà un aumento delle buste paga fino a 100 euro mensili per i lavoratori a reddito basso Le risorse appostate sul caro energie aiutano le imprese a stare sul mercato e le famiglie, e non va dimenticata tutta l’attività di Giorgia Meloni volta a rendere l’Italia un Paese non solo indipendente per il fabbisogno energetico ma anche esportatore di energia attraverso l’impulso che vuole dare allo sviluppo delle energie rinnovabili e all’idea del Sud come hub energetico. La riforma del reddito di cittadinanza tende ad assicurare giustizia sociale tra chi effettivamente ha bisogno e chi invece vive da furbo alle spalle dei contribuenti. Chi può lavorare deve lavorare e non stare sul divano e se c’è un problema di adattabilità a nuovi profili lavorativi ecco la bontà della messa in campo dei percorsi di formazione».

Ma allora perché tutte queste critiche peraltro anche sulla sanità e sull’autonomia differenziata?

«Beh, i sindacati fanno il loro lavoro, guardano alle tessere e più tessere ci sono più aumentano le posizioni di privilegio. Il Governo Meloni ha un mandato di cinque anni nel corso dei quali vuole cambiare l’Italia e migliorare il nostro sistema economico e la qualità di vita degli Italiani. Lo vuole fare con il dialogo e per questo ha tentato un confronto con i confederali, un invito che ha riscontrato il distinguo della Cisl, segno di maturità e di responsabilità».

Non mi ha risposto sulla sanità e sull’autonomia differenziata.

«Chiariamo subito che i sindacati temono la riduzione del Fondo Sanitario prendendo in considerazione la percentuale del PIL e non anche il Pil. Nel Def è prevista la crescita del Pil come peraltro già sta avvenendo per cui il valore assoluto del fondo sanitario nel prossimo triennio aumenterà rispetto al 2022 di ben 12,8 miliardi di euro. Occorre poi spendere bene questi soldi e se sono spesi come li spende Emiliano in Puglia i soldi non basterebbero mai. Avete mai visto i sindacati tallonare Emiliano? Quanto alla paventata modifica della Costituzione, bisogna ricordare ai sindacati che se oggi parliamo di autonomia differenziata lo dobbiamo ad una modifica della Costituzione introdotta dal Governo D’Alema. A seguire il Governo Letta ha legiferato le norme di attuazione dell’autonomia differenziata. Poi il Governo Gentiloni ha siglato le pre-intese con le regioni richiedenti ambiti di autonomia come la Lombardia, il Veneto e l’Emilia Romagna di Bonaccini. Insomma finora hanno fatto tutto i governi di centrosinistra e i sindacati non li ho mai sentiti allarmati».

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