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«La società pubblica per i rifiuti, l’ennesima furbata del presidente»: Ventola (FdI) attacca

 
Mimmo Mazza

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Mimmo Mazza

«La società pubblica per i rifiuti, l’ennesima furbata del presidente»: Ventola (FdI) attacca

«Bisognerebbe fare chiarezza su quale è la mission di Ager, che dovrebbe essere un’agenzia di Governo e non di Gestione»

Giovedì 09 Marzo 2023, 12:55

Cosa non vi convince del progetto di Ager e Aqp riguardo la realizzazione e la gestione degli impianti per i rifiuti?

Intanto - risponde Francesco Ventola, capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale - bisognerebbe fare chiarezza su quale è la mission di Ager, che dovrebbe essere un’agenzia di Governo e non di Gestione. Non solo, nel progetto si identifica l’Ager come voluta e partecipata dai Comuni, ma nella realtà i Comuni non contano un bel nulla perché l’agenzia è direttamente organizzata dalla Giunta regionale che nomina il direttore generale. Inoltre, in Puglia ci sono diverse municipalizzate, specie nelle grandi città, che gestiscono impianti pubblici o sono potenziali destinatari per la creazione e la gestione di impianti, ma viene scelta l’Aseco e quindi Fratelli d’Italia si domanda: perché proprio questa società, che per altro gestisce un unico impianto anche sottoposto a sequestro da tre anni e sempre da tre anni chiude i suoi Bilanci in passivo? Se l’obiettivo era quello di realizzare una società pubblica la strada migliore non sarebbe stata quella di chiamare a partecipare tutti i Comuni e non l’Ager che nel suo Statuto non prevede la possibilità di acquistare quote di società già esistenti?

Perché avete voluto come gruppo regionale confrontarvi con gli amministratori locali?

L’incontro con gli amministratori locali di Fratelli d’Italia nasce dalla necessità di capire se i Comuni fossero a conoscenza di ciò che si sta progettando in Regione e che li vede addirittura protagonisti. La scoperta sconcertante è che nessuno di loro conosce il progetto e che impatto avrà questo sui di loro, questo perché non è mai stata fornita nessun tipo di documentazione relativa alla costituzione della società. Quindi è fin troppo evidente che si tratta di un progetto che ha una regia superiore (Emiliano) e che riguarda pochissime persone (Maraschio-Laforgia-Grandaliano-Pascazio).

La recente sentenza del Tar della Lombardia ha sancito il sostanziale fallimento del piano dei rifiuti in Puglia. Ci sono responsabilità tecniche o politiche?

Sicuramente ci sono responsabilità politiche, ma anche tecniche e non lo diciamo da oggi. Il Piano dei Rifiuti facesse acqua da tutte le parti noi lo abbiamo detto fin da quando è arrivato in Commissione Ambiente, prima ancora che in Consiglio regionale dove è giunto il 14 dicembre 2021 e approvato in tutta fretta perché l’assessore Maraschio sosteneva che non si dovevano perdere importanti finanziamenti, ma soprattutto non voleva correre il rischio di infrazione proprio per l’assenza di un Piano. Ma la fretta, nonostante il centrosinistra governi da tanti anni la Regione, ha davvero prodotto un Piano pieno di criticità e infarcito di tanta demagogia: ai pugliesi è stato fatto passare il messaggio che gli impianti erano pubblici, quando in realtà in questi anni non è stato realizzato neppure uno e quelli esistenti sono gestiti da privati, ai quali bisognerebbe dire grazie, altrimenti avremmo i rifiuti per strada. Ma la Regione si guarda bene dal dirlo.

L’operazione attorno all’Aseco sembra ormai delineata, lei stesso in audizione ha detto «il bambino è già nato»: cosa farà Fratelli d’Italia?

È esattamente così, l’audizione dell’altro giorno è stata per certi versi kafkiana perché Regione, Acquedotto e Ager hanno candidamente ammesso che l’iter non solo è stato avviato, ma addirittura concluso: sia Aqp sia Ager hanno già deliberato la prima la vendita delle quote di Aseco e la seconda la disponibilità a comprarle. Peccato che lo statuto Ager, ribadisco, non prevede che l’agenzia possa fare questo tipo di operazione e i Comuni che sono direttamente coinvolti in questa vicenda sono di fatto commissariati da questa scelta. In tutto questo non deve sfuggire che chi gioca il ruolo più determinante è il Governo regionale, specie con Emiliano, perché anziché programmare e pianificare si occupa di gestione e quella che sta per nascere è l’ennesima società che nasce per creare ulteriore potere e ulteriori poltrone.

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