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Società pubblica per i rifiuti, la Regione Puglia ci prova

 
Mimmo Mazza

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Mimmo Mazza

Società pubblica per i rifiuti, la Regione Puglia ci prova

Stamattina riunione con i sindaci per la costituzione

Mercoledì 01 Marzo 2023, 10:51

Una nuova società per gestire il ciclo di rifiuti. Ammaccato dalla sentenza del Tar di Milano che ha dichiarato la illegittimità del sistema degli impianti minimi in Puglia, accogliendo il ricorso proposto da alcuni operatori pugliesi che avevano contestato la decisione di sottoporre gran parte degli impianti regionali di trattamento rifiuti a regolazione, il sistema di società facente capo al governatore Michele Emiliano tenta di rialzare la testa.

Stamattina alle 10 si svolgerà, su convocazione dello stesso Grandaliano e della presidente dell’Ager Fiorenza Pascazio la riunione con tutti i sindaci pugliesi finalizzata alla costituzione della società pubblica con l’Acquedotto Pugliese (Aqp). La nuova società sarà costituita da Comuni e Regione, tramite Ager e Aqp che diverranno i nuovi soci paritari della Aseco, la nuova società dei rifiuti pugliese. Il progetto ha già ottenuto il voto positivo del direttivo dell’Anci, l’associazione dei Comuni e ora attende quello definitivo dell’assemblea dei sindaci. Il percorso non è stato rapido anche perché la giunta regionale, prima di procedere, si è dovuta munire di un attrezzato parere legale in materia di servizi pubblici locali (qual è quello dei rifiuti). Si è rivolta per questo allo studio Grimaldi di Roma, ottenendo il disco verde.

Un ruolo da protagonista lo svolgerà l’Ager, dell’agenzia che è organo di governo per la gestione dei rifiuti e di cui tutti i 258 Comuni pugliesi sono soci obbligatori. L’Ager assumerà una partecipazione paritaria nella Aseco, compagine controllata dall’Acquedotto pugliese (Aqp, il cui socio unico è la Regione). In definitiva: Ager (i Comuni) e Aqp (la Regione) diverranno i nuovi soci paritari della Aseco. Quest’ultima si occupa già oggi di trattamento dei rifiuti organici e dei fanghi prodotti dai depuratori di Aqp. «In questo scenario - si legge nella delibera adottata dalla Giunta regionale il 24 ottobre scorso - l’intervento pubblico con la costituzione di una società per la gestione dei segmenti di trattamento, recupero e smaltimento dei rifiuti urbani, segmenti nei quali vi è maggior rigidità strutturale di mercato, rappresenterebbe una soluzione compatibile con le politiche ambientali in quanto idonea a garantire un meccanismo virtuoso e compensativo del mercato privato nel perseguimento degli obiettivi di economia circolare fissati dagli strumenti di pianificazione e dalle normative vigenti, in linea con le sfide ambientali e di sviluppo che attendono la Puglia nei prossimi anni. Nel perseguimento del percorso esposto, risulta necessario completare la valutazione della fattibilità dell’operazione di ingresso di Ager nel capitale sociale di Aseco, già avviata da Ager con un protocollo d’intesa del 2020, ai fini dell’assunzione di una partecipazione che garantisca un ruolo gestionale qualificante secondo i principi dell’inhouseproviding, in modo da consentire all’Ager di affidare alla Aseco le attività di realizzazione e gestione degli impianti di trattamento, recupero, riciclaggio e smaltimento dei rifiuti urbani; all’Aqp di affidare alla medesima Aseco le attività di recupero e smaltimento dei fanghi di depurazione delle acque reflue urbane prodotti dai depuratori gestiti».

Tutto bene? Mica tanto. Il sostanziale fallimento del piano dei rifiuti si deve proprio alla incapacità della mano pubblica di fare il suo mestiere. La Puglia ha due impianti pubblici (pagati con soldi privati) già pronti da anni, ma che non vengono aperti perché la Regione non ha la forza di imporsi sui veti locali. Una società con 258 sindaci dentro che garanzie può offrire sotto questo punto di vista?

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