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Puglia, sempre più donne vittime di violenza economica

 
Gianpaolo Balsamo

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Gianpaolo Balsamo

Puglia, sempre più donne vittime di violenza economica

Riguarda oltre il 40% delle denunce. Le vittime sono private di autonomia finanziaria

Martedì 14 Febbraio 2023, 08:00

Maltrattamenti economici da parte del coniuge: in Puglia come nel resto d’Italia, sono sempre più le donne costrette a subire i ricatti economici del marito. La violenza economica è un fenomeno subdolo, sempre più diffuso e difficile da misurare: la Convenzione di Istanbul approvata dal Consiglio d'Europa nel 2011 la include tra le quattro forme di violenza di genere insieme a quella fisica, sessuale e psicologica. In Puglia, secondo l’ultimo focus dell’Ufficio statistico della Regione Puglia, la violenza economica è stata denunciata dal 46,8% dei casi e risulta essere la terza forma di violenza subita dalle donne dopo quella psicologica e quella fisica.

«Nella spirale della violenza quella più subdola è la violenza economica di cui ancora si parla poco che non lascia lividi ma è comunque devastante. Gli autori di violenza prima psicologicamente e poi economicamente entrano nelle tasche, nei conti correnti, nelle eredità e nei patrimoni delle donne allo scopo di controllarle e di esercitare un abuso di potere. Gli effetti di queste condotte sulla donna sono di totale privazione della sua autonomia, ingenerando un forte senso di inferiorità ed inadeguatezza nel fare fronte ai suoi ed altrui bisogni». A spiegare meglio in cosa consiste la violenza economica è Anna Francioso, psicologa e psicoterapeuta, referente dell’ambito Br2 Fasano- Ostuni-Cisternino del Centro antiviolenza «Insieme si può» gestito dalla Coop sociale «Ferrante Aporti» di Brindisi. Il Fenomeno della violenza economica (che colpisce il 26,4% delle donne in Italia), purtroppo, sta degenerando e peggiorando col passare del tempo. Certo, in alcuni casi può riguardare anche gli uomini: in generale, ma non sempre, riguarda il coniuge più «debole» dal punto di vista economico, ad esempio privo dello stipendio e di entrate personali. Talvolta, però, anche il coniuge che lavora e ha un suo reddito può essere costretto a mettere tutto il denaro nelle mani dell’altro, che ne dispone a suo piacimento ed in modo inadeguato ai bisogni del partner e della famiglia.

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