Domenica 07 Settembre 2025 | 00:38

Il nuovo duello tra sindaci e uscenti. Legge anti-Decaro: la bagarre nasce dalla competizione all’ultimo voto per un seggio

 
Michele De Feudis

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Michele De Feudis

Il nuovo duello tra sindaci e uscenti. Legge anti-Decaro: la bagarre nasce dalla competizione all’ultimo voto per un seggio

La mediazione possibile potrebbe essere quella che passa dal proporre il modello Abruzzo, con le dimissioni tre mesi prima del voto (novanta giorni sono un lasso di tempo doppio rispetto ai 45 previsti dall’ultima legge elettorale vigente)

Venerdì 17 Gennaio 2025, 09:36

BARI - Non e’ una questione di destra e sinistra, ma di fratelli-coltelli (soprattutto) nello stesso partito. La contesa sulla candidabilità dei sindaco per il prossimo consiglio regionale e’ una grana di difficile risoluzione e riflette la contrapposizione sotto traccia tra consiglieri regionali uscenti e primi cittadini che aspirano ad un posto nell’aula di via Gentile. La previsione delle dimissioni da presentare ben 180 giorni prima del voto (tecnicamente ai primi di marzo) e’ una formula che rende in salita la scelta di concorrere per un post nel parlamentino pugliese, dal momento che in molti casi la caduta conseguente dell’amministrazione potrebbe causare un periodo di commissariamento la cui durata non sarebbe prevedibile.

A questa stortura prova a porre rimedio l’iniziativa del Pd Puglia, che ha trovato finora sponde nella Lega, mentre Fdi resta alla finestra: la mediazione possibile potrebbe essere quella che passa dal proporre il modello Abruzzo, con le dimissioni tre mesi prima del voto (novanta giorni sono un lasso di tempo doppio rispetto ai 45 previsti dall’ultima legge elettorale vigente).

Ogni partito, però, ha le sue grane interne e deve convincere i propri rappresentanti in Consiglio a ritornare a votare su un tema che aveva trovato una maggioranza trasversale nell’ultima sessione di Bilancio. Le rivalità in vista delle regionali sono numerose in tutti i maggiori partiti. Qui nel proponiamo una breve sintesi. Nel Pd sono in procinto di candidarsi lasciando la fascia tricolore una serie di big: nel Barese Fiorenza Pascazio, presidente regionale Anci (potrebbe essere la donna in un tandem con l’uscente decariano Francesco Paolicelli), nella Bat Giovanna Bruno che guida attualmente Andria e Amedeo Bottaro di Trani (tentato dalla corsa alla Provincia se dovesse tornare l’elezione diretta) darebbero filo da torcere al dem Filippo Caracciolo, nel Salento Stefano Minerva, presidente della Provincia e sindaco di Gallipoli (si giocherebbe la partita con una colonna del partito, Loredana Capone, vicepresidente nazionale del Pd).

Fratelli d’Italia ha meno sindaci nella regione ma nel Barese potrebbe schierare Giovanni Mastrangelo, sindaco del comune dannunziano di Gioia del Colle. I meloniani non considerano la querelle prioritaria anche perché registrano interlocuzioni e avranno tra poco le liste in overbooking (candidati sicuri per ora sono l’uscente Tommaso Scatigna e Domenico Damascelli). Nel Foggiano l’uscente Giannicola Deleonardis dovrà vedersela con il sindaco di Candela Nicola Gatta, supportato da un pezzo di mondo fittiano di Capitanata (in primis Anna Maria Fallucchi).

Sterminato l’elenco dei primi cittadini civici: nel Brindisino il campione da battere potrebbe essere Toni Mattarelli, sindaco di Mesagne (tra i più votati d’Italia), che contenderebbe il posto ad Alessandro Leoci (Con) e Mauro Vizzino (Popolari).

Nella Lega sta pensando al salto in Regione il sindaco di Nardò Pippi Mellone, che porterebbe in dote al Carroccio un consenso civico diffuso e anche una parte di elettorato della destra movimentista (dell’area delle tartarughe frecciate). Anche in questo caso romperebbe i vecchi equilibri, divenendo rivale dell’uscente Gianfranco De Blasi. In Capitana i bookmaker scommettono su Giuseppe Nobiletti, sindaco di Vieste, già sostenitore del dem Raffaele Piemontese e da qualche tempo suo rivale, nel Barese la sirena decariana potrebbe sedurre Giuseppe Lovascio, primo cittadino di Conversano, e Raimondo Innamorato, sindaco grillino di Noicattaro dei Cinquestelle, tra i fautori dell’intesa tra Convenzione e Pd per eleggere Vito Leccese a Bari (avrebbe un'autostrada davanti, dal momento che non si ripresenterà l’uscente Antonella Laricchia, rimasta coerente rispetto al dogma pentastellato dei due mandati).

Con questo gioco di incastri e di rivalità, completare la missione di riforma della legge sulla candidabilità dei sindaci, trovando i numeri necessari e superando l’imprevedibilità del voto segreto e’ un'impresa (almeno) da Indiana Jones.

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