Negli ultimi 15 giorni la Regione ha fatto atterrare diverse decine di milioni di contributi sul sistema della cultura. Lo ha fatto sia con una delibera che impegna i fondi strutturali ex Fsc, sia con verbali che hanno sbloccato i fondi destinati ai «grandi eventi», sia con avvisi che hanno destinato risorse a iniziative settoriali di interesse comunale. Il comune denominatore tra tutte è la firma del direttore del dipartimento Cultura, Aldo Patruno, che si è dimesso lunedì per candidarsi a consigliere regionale con il Movimento 5 Stelle dopo avere nei fatti contribuito a spargere denaro (anche) nei territori in cui si presenterà davanti agli elettori.
Si tratta di scelte assolutamente legittime, per quanto forse discutibili dal punto di vista dell’opportunità. Martedì della settimana scorsa, dunque sei giorni prima delle dimissioni del direttore di dipartimento, la giunta regionale ha approvato una delibera che imposta le politiche del prossimo triennio in materia di spettacolo dal vivo. Lo ha fatto utilizzando i fondi del Piano operativo complementare (quelli contenuti nell’Accordo di coesione firmato da Emiliano e dalla premier Meloni a novembre 2024), 25 dei 40 milioni disponibili, che sono stati destinati per un milione all’anno in corso e per il resto al prossimo triennio...
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