Lunedì 20 Ottobre 2025 | 14:52

Flotilla, l'attivista barese La Piccirella denuncia Israele per tortura: «Ad alcune persone è stato rotto un braccio»

Flotilla, l'attivista barese La Piccirella denuncia Israele per tortura: «Ad alcune persone è stato rotto un braccio»

 
Redazione online

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Flotilla, l'attivista barese Tony La Piccirella rientrato in Italia racconta la detenzione in Israele

Riferimenti a cibo rancido con pezzi di metallo nel pane, privazione del sonno e altre violenze gratuite

Lunedì 20 Ottobre 2025, 11:38

Una nuova denuncia è stata presentata alla Procura di Roma da Antonio La Piccirella, appartenente alla Global Sumud Flotilla, in cui si ipotizza, tra gli altri, il reato di tortura da parte delle autorità israeliane dopo l'abbordaggio e il trasferimento degli attivisti nel porto di Ashold. Nell’incartamento, redatto dall’avvocato Flavio Rossi Albertini, si ricostruiscono le fasi successive al fermo. «Al porto si è perpetrata una completa violazione dei diritti umani – si legge –. I militari, armati, hanno identificato gli attivisti, circa 300, poi li hanno privati di tutti gli effetti personali, dopodiché li hanno perquisiti imprimendo gratuita violenza fisica, motivo per cui ad alcuni attivisti è stato rotto un braccio».

Nella denuncia di 17 pagine si afferma che «i militari hanno ammanettato gli attivisti dietro la schiena con delle fascette di plastica molto strette e li hanno obbligato gli stessi a stare piegati, faccia a terra» per poi portarli «verso un piazzale assolato» e «costringendo gli equipaggi a stare in ginocchio con i bagagli dietro le spalle e a guardare sempre in basso, impedendogli di muoversi e di parlare, dando dei colpi sulla testa a chi si rifiutava».

Nell’atto si fa riferimento anche al trasferimento nelle celle dove gli è stato dato «cibo rancido» con «pezzi di metallo nel pane». La Piccirella afferma di essere stato portato assieme ad altre 11 persone in una stanza in cui erano presenti «solo sei letti». «Durante la prima notte - scrive il legale - è stato privato del sonno, e sottoposto a pratiche della deprivazione sensoriale. Verso le 3 del mattino, il la Piccirella è stato nuovamente chiamato fuori la cella dove una donna, verosimilmente un funzionario dell’Ambasciata italiana, gli ha nuovamente proposto, al cospetto anche di funzionari israeliani, che se avesse firmato il foglio che gli era stato sottoposto all’Ufficio Immigrazione, sarebbe stato rimpatriato la mattina seguente». La Piccirella ha nuovamente rifiutato di sottoscrivere il documento «in considerazione del fatto che la firma avrebbe significato una legittimazione a posteriore dei gravi reati di cui era stato vittima, perpetrati in acque internazionali per di più prospicienti la costa di Gaza, e quindi acque territoriali palestinesi, e non quella israeliana».

Nella denuncia, che integra quella presentata nelle scorse settimane, La Piccirella chiede ai pm di Roma di accertare anche "eventuali responsabilità del governo italiano per essersi sottratto all’obbligo giuridico di proteggere i propri cittadini, nella misura in cui già a Tunisi e a sud di Creta c'erano stati attacchi con i droni in conseguenza dei quali il governo aveva inviato a protezione una fregata - si legge-, e poi senza alcuna giustificazione, ovvero senza nemmeno arrivare in prossimità delle acque territoriali su cui Israele esercita illegalmente il blocco navale, lo stesso è venuto meno alla posizione di garanzia assunta, quando era ormai noto che Israele avrebbe agito nonostante le imbarcazioni fossero a 70/80 miglia marittime dalla costa».

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