POTENZA - Non hanno avuto buona sorte sin dall’inizio e c’è da prendersela con il vandalo di turno a cui le telecamere di videosorveglianza hanno decisamente fatto un baffo, anche in questo caso. Durati «da Natale a Santo Stefano» i nuovi bagni pubblici - inaugurati a inizio aprile, ma chiusi dopo appena qualche giorno - in pieno centro storico a Potenza, in via del Plebiscito, a ridosso della chiesa di San Francesco e piazza Prefettura, all’interno di locali idonei, ampi e luminosi. Un intervento costato 22mila euro. Oggi ancora «fuori servizio» tra l’incredulità generale e il montare delle polemiche soprattutto nella dimensione social.
«Funzionavano perfettamente ed erano oggetto di pulizia costante. Verosimilmente qualcosa ha ostruito la condotta fognaria. Già in questi giorni si sta provvedendo a far arrivare sul posto una ditta che procederà a tutte le verifiche, così da ripristinare quanto prima un servizio che i potentini richiedevano e attendevano da tempo»: è la garanzia di una rapida soluzione al problema fornita dall’ex vicesindaco ed ex assessore ai Lavori pubblici, Michele Napoli - eletto ora in Consiglio regionale – forse alimentata dagli entusiasmi tipici di fine campagna elettorale e in vista della nuova Amministrazione comunale che uscirà dal voto di domenica e lunedì.
Gabinetti, lavabi e anche un fasciatoio per il cambio pannolino dei bebè: una necessità sollecitata da tanti e pure a gran voce perché gli unici servizi igienici pubblici esistenti nel centro storico erano, finora, quelli situati in fondo a via Pretoria, in via Beato Bonavetura, a poca distanza da Torre Guevara, e quelli posti all’interno delle scale mobili, chiusi da anni.
«In questa città non ci meritiamo nulla. Sicuramente qualche miserabile avrà arrecato danni» ammette qualcuno sconsolato tra i commenti a un recente post sulla pagina FaceBook Potenza Denuncia. Davvero un brutto biglietto da visita per i turisti che, sempre più spesso, si vedono in giro, tanto da arrivare all’amara conclusione: «Come possiamo pensare di competere con Matera! Non ce la faremo mai, se nemmeno riusciamo a garantire i servizi igienici». C’è più di un’indicazione blu a segnalarne la direzione: sa di beffa, ma anche di una buona dose di approssimazione. Cartelli «troppo grandi, mal collocati, qualcuno persino storto»: è l’evidenza che coglie qualcuno, tra i più attenti. Note stonate sul corso principale della città che insinuano il rischio che, anche a voler scattare una bella fotografia, lo sfondo del teatro «Stabile» o di via Pretoria con l’affaccio del vicolo in cui Leoncavallo compose Pagliacci e Chatterton, resti «impallato» da antiestetici cartelli che conducono, intanto, a una saracinesca abbassata.