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Lauria, i genitori di Giovanna scrivono alla Meloni: «Non è stata una tromba d’aria a uccidere nostra figlia»

 
Mariapaola Vergallito

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Mariapaola Vergallito

Lauria, i genitori di Giovanna scrivono alla Meloni: «Non è stata una tromba d’aria a uccidere nostra figlia»

La lettera dei genitori di Giovanna Pastoressa morta nel crollo del palazzetto dello sport di Lauria. La premier aveva parlato dei fondi per l’adeguamento sismico in Basilicata

Mercoledì 03 Aprile 2024, 06:25

08:45

LAURIA - La strada per ottenere verità e giustizia per la morte della giovanissima lauriota Giovanna Pastoressa passa anche da un’altra battaglia: eliminare una volta per tutte dal racconto e dal ricordo di quel terribile 13 dicembre del 2019 il termine «tromba d’aria». Il maltempo che colpì il territorio di Lauria quella sera, come dimostrato dalle perizie che hanno anche considerato l’analisi dei venti, non fu di portata eccezionale tale da scoperchiare parte del pesante tetto del palazzetto dello Sport (tetto che, poi, andò a schiantarsi sulla palestra nella quale la giovane si stava allenando, provocando un crollo che la colpì, lasciandola agonizzante per qualche giorno prima di essere dichiarata morta). Lo ripetono da mesi i genitori di Giovanna, Domenico Pastoressa e Maria Cristina Mazzilli, seguiti dai legali Raffaele Melfi e Antonio Donadio. E lo hanno scritto anche in una lettera inviata ieri alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e, per conoscenza, al Presidente della Regione Vito Bardi e al sindaco di Lauria Gianni Pittella.

La lettera è stata scritta in seguito alle parole che la Presidente Meloni ha pronunciato, in riferimento ai fondi per l’adeguamento sismico, della struttura in questione.

«Le Sue dichiarazioni relative al Palazzetto dello Sport di Lauria sono state inesatte e fuorvianti - si legge nella lettera - Nostra figlia Giovanna, infatti, come accertato in sede di incidente probatorio da un collegio peritale del Tribunale di Lagonegro, è deceduta per il crollo del Palazzetto causato da errori progettuali e omissioni commessi dai tecnici incaricati e dalle imprese esecutrici della struttura e della copertura, e non per una tromba d’aria, che Lei ha citato per ben due volte, risultando peraltro inconferente il menzionato adeguamento sismico della struttura».

«Nel ringraziarLa per l’abbraccio rivolto alla nostra famiglia, Le chiediamo cortesemente di rettificare quanto da Lei erroneamente affermato - continua la lettera - Infine, formalizziamo ai soggetti in indirizzo istanza di accesso agli atti per acquisire la richiesta di finanziamento (Fondi FSC) ricevuta e il comunicato che Le è stato consegnato al fine di verificare perché e chi imputa ad una tromba d’aria la causa della tragedia occorsa alla nostra famiglia».

Ricordiamo che sono stati rinviati a giudizio tutti e 9 gli imputati nel procedimento giudiziario presso il tribunale di Lagonegro. Diversi i capi di imputazione, tra cui omicidio colposo e lesioni personali colpose. L’inizio della fase dibattimentale è prevista il prossimo 10 aprile.

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