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Nel Parco Baden Powell di Potenza c'è la prima serra «geodedica» del mondo

 
Rossella  Libutti

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Rossella Libutti

Nel Parco Baden Powell di Potenza la prima serra «geodedica» del mondo

Si potranno produrre piante officinali e aromatiche. Saranno i pesci a garantire il fertilizzante, non serve la terra

Domenica 14 Maggio 2023, 14:01

POTENZA - «Geoponic» è la prima serra sociale geodedica al mondo, installata all’interno del Parco Baden Powell di Potenza.
Un’iniziativa ambiziosa ed innovativa, frutto dell’incessante lavoro dell’associazione Agua e del suo presidente, Giuseppe Lariccia, che si adopera per la realizzazione di progetti sistemici ad alta utilità sociale.

«È il neurone di un cervello molto più complesso, perfettamente in grado di radicarsi nel posto dove esiste la domanda di beni e servizi - spiega Giuseppe Lariccia, presidente di Agua - All’interno della serra è possibile produrre vegetali edibili, piante officinali ed aromatiche, e comprende anche un laghetto, dove le deiezioni dei pesci fungono da fertilizzante e nutrimento per le piante. Sono sistemi che funzionano senza l’ausilio di terra, per questo si adattano a qualsiasi centro abitato. Sono concepiti in modo da permettere la creazione di veri rapporti di scambio e favorire la cooperazione, consentendo a tutti di generare e commercializzare il proprio prodotto autoctono di alta qualità».

L’installazione si propone, però, una finalità più ampia: formare le giovani generazioni ad un utilizzo razionale delle risorse al fine di introdurre, nel futuro, tecnologie rivolte al benessere della persona e all’autonomia sociale. «È una dimostrativa che fungerà da laboratorio per le scuole, per partire lì dove si formano i concetti – spiega Lariccia – vogliamo far capire ai bambini che l’autonomia è direttamente correlata alla libertà. Geoponic è parte del progetto Simposio, cuore pulsante della nostra realtà associativa, che si articolerà, nei prossimi mesi, in una serie di iniziative rivolte anche ai più piccoli. Si tratta di un modello unico nel suo genere, il primo al mondo capace di unire tutti i vantaggi delle varie tecnologie che incorpora. La forma riprende quella della terra, ma, soprattutto, è resistente ai carichi e al vento in modo isotropico, in ogni direzione. I colori dei bastoni e della porta, invece, riprendono quelli della bandiera italiana perché ritengo che l’identità del popolo sia essenziale per combattere lo sradicamento».

Un progetto frutto di cinque anni di sperimentazione da parte del presidente di Agua, che oggi ha trovato la luce grazie al solo apporto degli associati, a riprova del fatto che, la conoscenza distribuita e l’esperienza del singolo, generano meraviglie. Il taglio del nastro, in programma per oggi alle 17.30, avrà una peculiarità: «Ci sarà la liberazione di farfalle raccolte nei boschi di Castelgrande e Muro Lucano. Una scelta non casuale; la farfalla, infatti, è atipica: parte da uno stadio, si sviluppa, distrugge il suo dna per ricostituirsi con uno nuovo che le permette di spiccare il volo, e noi, come lei, vorremmo cambiare dna e ritornare a volare».

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