Non è ancora annata favorevole per la raccolta delle olive. Se il caldo e la siccità, ma anche qualche grandinata, ci hanno messo del loro nell'incidere sulla raccolta, che si prospetta al ri ribasso, ora si aggiunge la continua ascesa del prezzo dell'energia e non solo. Una brutta, ulteriore mazzata. Al punto che più di qualche frantoio non aprirà neppure. Così come, dovendo fare i conti con tutto ciò che gira intorno alla raccolta delle olive, sono pure diverse le aziende che dicono di rinunciarvi. E non si tratta solo di piccole realtà imprenditoriali. Anche chi di solito produce oro giallo per il consumo familiare o poco più, inizia a farsi più di un conto in tasca.
Un quadro poco edificante, dunque, è quello che ci prospetta Nicola Minichino, presidente di Copagri Basilicata.
«La campagna olivicola dovrebbe partire a giorni. Ma è certo che il caro bollette inciderà moltissimo sulla produzione di olio – evidenzia –. Il costo per l'energia elettrica si sta facendo sempre più pesante e insostenibile, incidendo sul processo di estrazione dalle olive e, pertanto, sul costo finale del prodotto. Non a caso, sono già diversi i frantoiani lucani che già ci hanno messo in preallarme sulla situazione. Anzi, tanti stanno valutando che, probabilmente, non apriranno affatto gli oleifici per due motivi sostanziali. Innanzitutto, in considerazione della produzione che si stima già bassa in generale: si parla di una percentuale che, nel migliore dei casi, sarebbe intorno al 50% rispetto allo scorso anno. A tutto ciò, va sommato il costo elevato dell'energia elettrica. Per cui, a conti fatti, dicono che per loro è meglio non aprire proprio».
Dove, invece, si procederà alla lavorazione delle olive?
«È logico che i prezzi per la trasformazione in olio saranno ritoccati al rialzo. Nessuno vorrebbe rifarsi sui consumatori per coprire gli alti costi di tutto il processo, ma la situazione è questa».
Prima la siccità, poi l’impennata dei prezzi per l’energia...
«È vero. La siccità è stata devastante. Gli uliveti hanno subito uno stress idrico che ha danneggiato prima la fioritura e poi le gemme, specie dove non si è potuto intervenire sulle piantagioni con l'irrigazione. C'è anche chi ha scelto di non intervenire, pure per l'impennata dei carburante, oltre che dell'elettricità, della manodopera e di prodotti per nutrire i terreni stessi».
E veniamo al surplus di spesa. Qual è la situazione?
«I problemi della spesa legati alla raccolta stessa, e prima alla produzione, toccano pesantemente la tasca degli imprenditori agricoli. Si consideri solo che, lo scorso anno, per un litro di gasolio agricolo si pagavano tra 0,60 e 0,70 euro mentre adesso siamo a 1,40 / 1,50 euro. Per non dire, poi, della manodopera, difficile da trovare, anche se questo è un problema che si porta avanti da tempo e riguarda tutto il mondo agricolo. Diciamo che la meccanizzazione nella raccolta delle olive può, in un certo senso, aiutare, ma le aziende olivicole di una certa entità, perché i piccoli imprenditori sono già in affanno per la raccolta delle olive. In questa situazione tanti, tra i piccoli imprenditori o chi conduce appezzamenti per produzioni personali, è probabile che non procederà neppure alla raccolta».
Si sta pensando già a come intervenire con ristori per la filiera olivicola?
«Ci stiamo già muovendo in tal senso, perché si riconoscano dei sostegni economici agli imprenditori in difficoltà. Richieste in tal senso sono già state presentate, rappresentando un quadro generale della situazione sia alla Regione Basilicata che al Ministero. I problemi, però, sono troppo grandi perché li risolva qualche regolamento comunitario o qualche iniziativa regionale o ministeriale».