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Società di Potenza inviava lavoratori in nero in hotel al mare e in montagna: scoperta dalla Finanza

 
Redazione online

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Società di Potenza inviava lavoratori in nero in hotel al mare e in montagna: scoperta dalla Finanza

La manodopera, sebbene regolarmente assunta dalla società potentina, veniva successivamente inviata ad altre quattro imprese operanti nel settore turistico-alberghiero, senza la stipula di contratti di appalto, svolgendo, di fatto, le attività di una Agenzia per il Lavoro, ma abusivamente

Giovedì 12 Maggio 2022, 09:54

RIMINI - La Guardia di Finanza di Rimini ha scoperto un’agenzia per il lavoro abusiva con sede legale a Potenza e sede operativa a Bellaria Igea Marina, nel Riminese. I militari del Comando Provinciale delle Fiamme Gialle ed i funzionari dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Rimini, hanno scoperto gravi irregolarità della società di Potenza che inviava lavoratori in sei strutture alberghiere: una di queste era a San Martino di Castrozza mentre quattro a Bellaria Igea Marina nel Riminese e una a San Mauro Pascoli in provincia di Forlì-Cesena.
Le indagini eseguite nel corso dell’operazione ribattezzata 'Free Job' hanno fatto emergere, dietro un’apparente regolarità formale, un sistema di distacco di manodopera in violazione delle normative in materia di occupazione e mercato del lavoro che ha coinvolto, dal 2019 al 2021, ben 361 lavoratori.
I Finanzieri e gli Ispettori del Lavoro hanno accertato che la manodopera, sebbene regolarmente assunta dalla società potentina, veniva successivamente inviata ad altre quattro imprese operanti nel settore turistico-alberghiero, senza la stipula di contratti di appalto, svolgendo, di fatto, le attività di una Agenzia per il Lavoro, ma abusivamente.
Nel corso della stessa operazione sono emerse ulteriori irregolarità anche nella gestione dei lavoratori, per riposi settimanali non concessi ed ore prestate in più rispetto al contratto di lavoro, nonché per l’impiego di 13 lavoratori completamente «in nero». Complessivamente sono state comminate sanzioni che possono arrivare ad un massimo di oltre 125 mila euro.

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