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Potenza, da Lavello al Materano il deserto avanza pure qui

 
Giuseppe Pomarico

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Giuseppe Pomarico

Potenza, Da Lavello al Materano il deserto avanza pure qui

Un quarto delle aree del territorio della Basilicata rovinate dalla siccità

Giovedì 17 Giugno 2021, 13:56

Potenza - È un fenomeno ormai globale, che non colpisce solo le aree più desertiche del globo. I cambiamenti climatici e una gestione poco attenta delle risorse naturali mettono a rischio la fertilità dei terreni, del nord del mondo come di quelli del sud, e la stessa produzione agricola. Davanti ad un fenomeno così preoccupante l’Onu ha deciso di dedicare una Giornata mondiale al tema della lotta alla desertificazione. Il 17 giugno non si ricorda solo quel 29% del territorio globale maggiormente colpito, abitato da oltre 3 miliardi di persone, ma anche tutte le altre aree dove la desertificazione avanza.

Il degrado a scala globale viene oggi calcolato attraverso dati satellitari che fotografano la copertura vegetale e la produttività del suolo. Tra il 1998 e il 2013, una percentuale pari al 20-30% della superficie terrestre ha mostrato andamenti declinanti nella produttività. Grazie all’osservazione satellitare del programma europeo Copernicus è stato stimato che il 12% delle terre coltivate a vegetazione mostra un calo della produttività e che il 21% è a rischio.

E anche la Basilicata rientra tra le zone del Mediterraneo a maggior criticità. In Italia il 10% del territorio è molto vulnerabile.

La Sicilia è la regione più colpita (42,9% della superficie regionale), seguita proprio dalla nostra regione e dal Molise, entrambe con il 24,4% di territorio interessato. Allo stato attuale, quindi, circa un quarto della Basilicata ha fatto già registrare un significativo stato di degrado dei suoli, con conseguente importante perdita di produttività degli stessi. Le zone più interessate sono quelle del Lavellese, del Materano, del medio e alto Bradano. Ma agricoltura intensiva, eccessivo sfruttamento dei suoli agricoli, forte attività erosiva, hanno innalzato il livello di rischio anche in zone interne del Potentino come il Marmo-Platano e il medio Sinni, a dimostrazione di come il processo sia legato a fattori che vanno oltre quelli strettamente climatici e meteorologici.

Certo, i cambiamenti climatici anche in Basilicata hanno modificato il regime pluviometrico, aumentato la temperatura e gli episodi di siccità, con conseguente disponibilità insufficiente di acqua per il suolo, per la vegetazione e per le attività produttive (agricoltura in primis). C’è poi più in generale una gestione poco attenta delle risorse naturali, dell’acqua, del suolo e della vegetazione.

La nostra regione, come il resto della Penisola, sta quindi definendo le azioni necessarie per raggiungere la cosiddetta “Land Degradation Neutrality – LDN”, ovvero il bilanciamento tra le aree degradate e quelle recuperate. LDN è uno degli obiettivi di Sviluppo Sostenibile previsto dall’Agenda 2030.

Il tema scelto quest’anno per la Giornata della Desertificazione e Siccità, in analogia con l’avvio del Decennio ONU per il ripristino dell’ecosistema, si concentra sulla necessaria trasformazione dei terreni degradati in terreni sani, un’operazione che garantisce resilienza economica, crea posti di lavoro, aumenta i redditi e la sicurezza alimentare, aiuta al recupero della biodiversità, immagazzina il carbonio, rallenta i cambiamenti climatici e ne riduce gli impatti e, cosa non trascurabile, sostiene la ripresa verde dopo la pandemia.

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