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In Basilicata
Massimo Brancati
01 Novembre 2018
POTENZA - Aumentata di 20 volte la quantità di idrocarburi consentiti nei fanghi destinati all'agricoltura. Una decisione - anticipata nei giorni scorsi dalla Gazzetta - contenuta nell’articolo 41 del cosiddetto «decreto Genova». Si tratta di un provvedimento che in Basilicata, regione dove è concentrata l’attività petrolifera nazionale, registrerà l’impatto maggiore. Per una coincidenza diabolica, proprio un lucano è il primo relatore in commissione e in aula, a Montecitorio, della legge al centro di polemiche da parte degli ambientalisti. Si tratta del deputato Gianluca Rospi (M5S), che spiega la genesi della normativa e rispedisce al mittente le accuse di «insensibilità ambientalista»: «Questo articolo - dice - è stato inserito dal Ministero dell’Ambiente perché finora nessuno si era preoccupato di legiferare e mettere dei limiti. Il ministero si è riservato di fare una normativa di settore ad hoc». Ma la polemica continua a montare. Soprattutto in Basilicata, anche perché l’on. Rospi ha nel suo curriculum collaborazioni con l’Eni e l’aumento di idrocarburi nei fanghi da smaltire - fanno notare i detrattori - rappresenta un vantaggio economico per le compagnie petrolifere: «In Eni - spiega l’on. Rospi - ho avuto una contratto per costruire strutture edilizie e non mi sono mai occupato di perforazioni. Non avevo a che fare con i pozzi, per intenderci, facevo le basi in cemento armato, quelle dove poggiano i macchinari. In particolare, ho costruito il bunker per la protezione degli operai».
Il tema è al centro del dibattito politico nazionale, ma soprattutto lucano. L’on. Roberto Speranza (Mdp-Leu) attacca: «Si tratta di una porcheria inaudita che produrrà danni molto seri a salute e ambiente. In modo particolare nei territori, come la Basilicata, dove ci sono estrazioni petrolifere». Particolarmente duro l’intervento in aula, durante il confronto sul «decreto Genova», dell’ex sottosegretario lucano Vito De Filippo: «L’articolo 41 - ha detto - è la più sbalorditiva e scioccante mutazione di pelle del M5S. Il provvedimento nasce da un contenzioso in Lombardia tra i Comuni e la Regione che su alcuni elementi contenuti nei fanghi aveva proposto una normativa per moltiplicare i limiti previsti. La Lega - ha aggiunto De Filippo - obbliga l’alleato a prevedere un meccanismo normativo devastante per il territorio. Ricordo i titoli dei blog del M5S in Basilicata: “Fanghi neri”, “Veleni”, «Avete ammazzato le persone di cancro». Così scrivevano i Cinquestelle con prefiche che piangevano sui siti petroliferi e ronde squadriste. Oggi, invece - ha concluso De Filippo - propongono di alzare di venti volte la presenza di policiclici aromatici nei fanghi. Una vergogna. Ma quegli stessi fanghi - ha concluso rivolgendosi ai colleghi pentastellati in Parlamento - vi infangheranno».
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