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Università di Potenza
Redazione on line
04 Maggio 2018
La Corte d’appello di Potenza ha dichiarato prescritti i reati di peculato e concussione per Albina Colella, docente nell’Università della Basilicata, in relazione all’utilizzo dei fondi di un progetto di ricerca e di un gommone di proprietà dell’ateneo, tra il 1999 e il 2001.
Oggi in aula il pm ha dichiarato la prescrizione per il reato di peculato, e ha chiesto l’assoluzione, perché il fatto non sussiste, per il reato di concussione. In primo grado, nel 2015, la docente era stata condannata, complessivamente, a nove anni di reclusione e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Il progetto di ricerca riguardava le risorse idriche in Val d’Agri, finanziato dalla Regione con fondi europei. Nel corso del processo di primo grado l’accusa sostenne che alcuni ricercatori restituirono una parte dei loro compensi - circa cento milioni di lire in totale - in base a una richiesta della professoressa (all’epoca direttore del dipartimento di Scienze geologiche dell’Unibas). Colella spiegò di non essersi mai impossessata di quel denaro, che invece fu utilizzato per proseguire gli studi.
Per quanto riguarda il gommone, invece, l’accusa nel 2015 ipotizzò che venisse usato dalla professoressa per motivi personali e non didattici, contestando anche il fatto che la manutenzione del natante avveniva in Puglia (secondo la Colella, invece, in Basilicata non vi erano officine specializzate in questo settore).
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