Sabato 06 Settembre 2025 | 15:17

Quell’importanza di... chiamarsi Fortunello

 
Rosario Coluccia

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Il termine onomastica (dal gr. ónoma ‘nome’) designa la scienza che studia i nomi propri nel loro complesso considerando sia i nomi di luogo sia i nomi di persona.

Venerdì 08 Novembre 2024, 14:33

Il termine onomastica (dal gr. ónoma ‘nome’) designa la scienza che studia i nomi propri nel loro complesso considerando sia i nomi di luogo sia i nomi di persona. Oltre ai nomi degli esseri umani, nell’onomastica rientrano varie altre tipologie di nomi propri: nomi degli animali, nomi degli esercizi commerciali, dei cinema e teatri, dei prodotti commerciali e in generale tutto quanto venga percepito come nome proprio e si possa ritenere forma onomastica. Anche in letteratura. Colpiscono i lettori alcuni nomi-parlanti (o nomi-ritratto), che caratterizzano nel fisico o nel comportamento il personaggio, come Azzeccagarbugli dei Promessi Sposi di Manzoni, che oggi nella lingua comune indica un avvocato cavilloso e intrigante, ma di scarsa dottrina; o il meno noto Donna Zucca-al-vento nel Decameron di Boccaccio, nome di una signora un poco dolce di sale (come dice Boccaccio stesso), cioè alquanto svanita.

La scelta dei nomi dei personaggi da parte di un autore è un atto creativo, quando dà luogo a nomi inventati; altre volte si tratta di nomi reali o modificazioni di nomi reali. Più ancora che nel nome personale o nel cognome, la creatività si manifesta nel soprannome, che è spesso un elemento con il quale l’autore aggiunge particolari sul personaggio. In alcuni testi, specie se connessi a un contesto socio-geografico specifico, ricorrono forme dialettali (per es. i Malavoglia di Verga hanno personaggi come mastro Turi Zuppiddu). Attraverso la documentazione relativa all’onomastica letteraria si possono avere testimonianze su forme, varianti e usi locali che presentano grande interesse. Dalla letteratura, e poi anche dal fumetto e dal cinema, sono entrati nell’uso vari nomi di personaggi che hanno dato origine a nomi comuni: basti pensare a Perpetua, nome della governante di Don Abbondio, nei Promessi sposi, poi diventato nome comune nel senso di «domestica di un sacerdote»; Fortunello, «persona particolarmente fortunata», è il nome di un personaggio del «Corriere dei Piccoli», adattamento del fumetto americano «The Happy Hooligan». Nomi della letteratura, del cinema e di canzoni sono diventati celebri e hanno contribuito a creare mode onomastiche, come Ornella, personaggio de La figlia di Iorio di D’Annunzio, o Lara, che ebbe grande diffusione tra gli anni Sessanta e Settanta a seguito del successo del film Il dottor Zivago (1965), tratto dal romanzo di Boris Pasternak, la cui protagonista porta quel nome. Un altro nome la cui fortuna è legata a un personaggio letterario è Rossella, da Rossella O’Hara del romanzo Via col vento (tradotto in italiano nel 1939) e dell’omonimo film distribuito in Italia subito dopo la seconda guerra mondiale.

Sono numerosi i casi di nomi propri che diventano nomi comuni. Dal nome Adone, il giovane amato da Venere per la sua straordinaria bellezza, deriva adone «giovane molto bello», attestato in italiano dal 1516. Recenti voci entrano attraverso il cinema e alcuni personaggi notissimi. Ad es., armata Brancaleone «gruppo di fanfaroni e improvvisatori», Rambo «specie di superman invincibile» (anche al femm.: Ramba), Fantozzi «impiegatuccio goffo e sfortunato» con i derivati fantozziano e fantozzata «comportamento maldestro e impacciato». E ancora cicerone, mecenate, gradasso, rodomonte, marfisa, merlino, galeotto, morgana, roncisvalle ecc.

Alcuni nomi avevano nel Medioevo implicazioni che con i secoli si sono sbiadite o annullate. Chi negli anni Duemila battezza la propria figlia Ginevra non sempre la immagina in veste regale, moglie di un re e amante di un prode cavaliere. L’epica cavalleresca è alla base di un repertorio sterminato. Da Parsifal, adattato in italiano più spesso come Percivalle, derivano decine di cognomi diversi, tutti legati al nome del cavaliere della Tavola Rotonda impegnato nella conquista del sacro Graal. Dalla recitazione dei cantastorie nelle strade derivano Orlando, Rinaldo, Ruggero, Ginevra, Oliviero, Tancredi, Tristano, Angelica, Fioravante, Galgano e altri ancora.

Certi nomi medievali si continuano per secoli, arrivando ai nostri giorni. Da qualche anno abbiamo in testa alle classifiche dei nuovi nati Sofia per le bambine e Leonardo per i maschi (anche Leonardo è un nome medievale). Il campo femminile è dominato da Ginevra, Beatrice, Aurora, nomi che richiamano direttamente la letteratura epica o Dante e, nel terzo caso, il nome della Bella addormentata nel bosco, una delle favole medievaleggianti nell’iconografia e nella sceneggiatura (castello, principe azzurro, le tre fatine). Altri nomi frequenti tanto nel Medioevo quanto oggi sono Chiara, Andrea, Alessandro, Matteo, Roberto, Tommaso, Lorenzo ecc. Inseguendo mode vecchie e nuove, è entrato in crisi, forse definitivamente, il modello secolare che trasmetteva, generazione dopo generazione, i nomi tradizionali della famiglia di appartenenza.

Attraverso i nomi, il Medioevo si riflette nella nostra cultura moderna. E viene voglia di approfondire le nostre conoscenze con altre letture, mettendo a confronto le nozioni imparate a scuola scoprendo le vie affascinanti percorse dai nomi medievali per arrivare fino a noi.

Queste notizie, e tante altre ancora, il lettore incuriosito troverà in un libro appena stampato: Enzo Caffarelli, L’anima medievale nei nomi contemporanei, prefazione di Paolo D’Achille.

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