Il San Nicola che accoglie questa volta ha acceso le polemiche. Sul colore della sua pelle in particolare.
Tutto parte da un progetto che comprende anche altre iniziative dal nome «Be Nicholas»: la realizzazione di un’opera raffigurante il Santo e costituita da 60mila mattoncini Lego. Una statua a dimensioni naturali da presentare a Bari il prossimo 6 dicembre. Ma quando le foto della statua che sarà vengono pubblicate e riprese dal tam tam dei social, si scatena la bagarre: San Nicola ha un colorito roseo quasi da Babbo Natale e non con la carnagione scura come invece la tradizione iconografica ci riporta.
Tra i primi a levare gli scudi Filippo Melchiorre capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio comunale e presidente della Commissione trasparenza e controllo strategico del Comune di Bari. «Chiediamo al sindaco e all’assessore, che hanno concesso il patrocinio all’iniziativa, di vigilare affinché l’iconografia del Santo di Myra non sia alterata – tuona Merchiorre - La storia ci racconta che San Nicola è nato nell’attuale Turchia a Patara. La pelle del nostro Santo era di colore olivastro così come è rappresentata nella statua storica custodita nella Basilica, emblema del Santo Patrono della città».
Una realtà storica appoggiata anche da ricostruzioni che si sono succedute negli anni. Come l’effige ricostruita nello studio effettuato nel 2005 dal professore Francesco Introna dell’Università di Bari e dalla dottoressa Caroline Wilkinson della Manchester School of Engineering e che realizza con gran probabilità l’immagine del volto reale del Vescovo di Myra. Bruno, mediorientale, senza alcun dubbio e non dall’incarnato bianco.
«Vorrei la pelle nera» cantava Ferrer negli anni ’60. «Come San Nicola», si potrebbe aggiungere.