È un dramma nel dramma la storia di una donna di 42 anni di Molfetta trovatasi in modo inaspettato e insolito a combattere contro il Covid. Quando ormai si pensava di conoscere quasi tutto sulla sintomatologia da coronavirus, ecco che quanto accaduto alla signora torna a sconvolgere alcune delle conoscenze acquisite in questi lunghi mesi.
La sua storia risale a fine novembre quando un dolore forte e lancinante nella parte lombare l’ha costretta a rivolgersi al Pronto soccorso. Tutto questo dopo giorni di sofferenza per un dolore inizialmente trascurato. «Ho trascorso giorni terribili e la notizia di aver contratto il Covid, oltre a sconvolgermi, ma ha mandato in confusione», racconta. Lucia, sposata e madre di due figlie di 8 e 10 anni, ripercorre quel momento della sua vita. «Ho iniziato improvvisamente ad accusare dolori molto forti alla schiena, ma inizialmente non mi sono preoccupata più di tanto - spiega -. In accordo con il mio medico, ho iniziato ad assumere degli antidolorifici, ma senza ottenere alcun risultato, anzi le mie condizioni sono peggiorate. Nessun sintomo di raffreddamento, mai avuto febbre, tosse o quella classica perdita di gusto e olfatto».
Totalmente asintomatici il marito e le due figlie. «La notte del 24 novembre quei dolori alla schiena sono divenuti non più tollerabili - dice -. Non riuscivo più a respirare per il tanto male che sentivo. Mio marito mi ha accompagnato in piena notte al Pronto soccorso». La paziente viene sottoposta al tampone rapido: nelle ore successive la notizia della positività. «È stata una doccia fredda quella notizia ricevuta dall’infermiera del Pronto soccorso, tuttavia in quel momento - afferma - non ho collegato quel forte dolore alla schiena con il Covid».
A distanza di 24 ore, dopo un ricovero preventivo nell’Ospedale «Don Tonino Bello» di Molfetta, a fronte della conferma della sua positività al Covid per mezzo di tampone molecolare, è stata trasferita al Policlinico di Bari. «È qui che mi hanno confermato che la sintomatologia era collegata al coronavirus - ricorda Lucia - e, seppure molto rara, fa parte delle conoscenze già acquisite dalla comunità scientifica. Sono stata trattata con antidolorifici e antinfiammatori. Solo a distanza di una settimana dal ricovero i dolori si sono attenuati». Nel frattempo, seppure asintomatici, anche il marito e le due figlie avevano contratto il Covid. «La mia preoccupazione dal letto di ospedale era principalmente per loro, la mia famiglia. Temevo che mio marito e le bambine potessero soffrire nello stesso modo in cui ho patito io - confessa - ma fortunatamente questo non è successo. Il mio incubo è terminato soltanto qualche giorno prima di Natale quando sono riuscita a riabbracciarli».