Una delle contraddizioni più curiose, in musica, è la mancanza del pianoforte nell’organico di un’orchestra classica. A meno che non sia volutamente inserito in partitura dal compositore. Il re degli strumenti, capace di riprodurre più di ogni altro un «suono» orchestrale, è sempre stato relegato a un «destino» solistico. Persino nei Concerti per pianoforte e orchestra, dove il suo «peso specifico» è superiore, se non pari all’organico sinfonico. Se dunque il pianista conosce la solitudine artistica più di ogni altro strumentista, in questi giorni c’è chi cerca di ovviare in vari modi: dai concerti casalinghi e trasmessi sul web, alle dirette streaming. O a video registrati ad hoc. Come hanno fatto, durante il World Piano Day dello scorso 28 marzo - allo scoccare del giorno n. 88 del 2020, in ossequio al numero dei tasti del pianoforte - alcuni principali artisti targati Deutsche Grammophon: da Maria João Pires a Evgeny Kissin, da Rudolf Buchbinder a Daniil Trifonov.
Tra i tanti contributi in rete c’è anche un esperimento tra i più innovativi, tentato da Leonardo Colafelice, ventiquattrenne pianista altamurano, cresciuto alla scuola di Pasquale Iannone al Conservatorio Piccinni di Bari: pluripremiato in vari concorsi internazionali, adesso è docente al Conservatorio di Vibo Valentia, con una carriera internazionale di assoluto livello.
«Proprio in questi giorni - spiega - avrei dovuto suonare in tour negli Stati Uniti, in South e North Carolina, Georgia e Tennessee. Visto come stanno andando le cose, è stato un bene fermare tutto dai primi di marzo». Tra l’altro Leonardo, come molti docenti, sta svolgendo anche formazione a distanza. «La lezione dal vivo non è replicabile, ma è meglio che niente. Ho chiesto ai miei allievi di poter avere due video, per ossservarli al meglio: un’inquadratura del busto e del pianoforte, e un’altra dedicata alle mani, posizionata al lato della tastiera».
Quanto all’esperimento, Colafelice ha pubblicato qualche giorno fa sui suoi canali social, un filmato che lo ritrae al pianoforte in un mosaico di ulteriori sei video preregistrati. È un po’ la tecnica dei video multi-facciali che ha reso famoso qualche anno fa, in ambito pop e jazz, Jacob Collier (che univa più voci e strumenti). Nel video Leonardo esegue un frammento di un minuto e mezzo dell’Adagio della Sinfonia n. 2 di Rachmaninov, dopo aver trascritto le parti orchestrali (archi, legni, ottoni) al pianoforte. I sei video sono stati poi sovrapposti con un software per ottenere il miglior effetto sincronico.
«È stato un lavoraccio, ma un esperimento divertente - afferma -, per ottenere questi 90 secondi di musica ho impiegato circa quattro ore. Ma la Sinfonia n. 2 di Rachmaninov l’ho sempre amata e la conosco a menadito. La difficoltà maggiore è stata cercare di riprodurre al pianoforte la timbrica delle sei linee strumentali scelte, ma anche fraseggiare tutto, per ottenere la migliore compattezza sonora. Senza dare un tempo metronomico a ogni melodia, cosa che avrebbe appiattito la musica e negato il senso orchestrale. Sono rimasto soddisfatto dell’esito finale, lo prendo come un gioco musicale. Adesso sto pensando alla Suite n. 2 per due pianoforti di Rachmaninov: potrei eseguire da solo entrambi gli spartiti, oppure farlo a distanza con un altro pianista. Magari chiederò al mio maestro Pasquale Iannone, sono sicuro che ne sarebbe entusiasta».