Dopo anni di attesa e un restauro complesso, l’Anfiteatro romano di piazza Sant’Oronzo torna finalmente ai leccesi, aperto in maniera stabile e accessibile a tutti. Il monumento simbolo dell’antica Lupiae, cuore archeologico della città, è stato oggetto di un articolato intervento promosso dalla Direzione Musei di Puglia, che ne ha curato la conservazione e la valorizzazione. Le operazioni hanno riguardato il consolidamento delle murature e delle arcate, la sistemazione degli ingressi e la realizzazione di un vano per la biglietteria. Gli elementi più fragili, come pilastri e sottarchi, sono stati rinforzati con strutture in acciaio inossidabile, reversibili e poco invasive, per garantire sicurezza e durata nel tempo.
Il percorso di visita è stato completamente ripensato: l’anfiteatro è ora dotato di sistemi di videosorveglianza, di un ingresso centrale più riconoscibile e di passaggi accessibili anche alle persone con disabilità. È visitabile dalle 10 alle 17 (ultimo ingresso alle 16:30) con un biglietto di 5 euro, ridotto a 2 per alcune categorie, e sarà possibile usufruire di visite guidate (per le quali non è ancora stabilito il prezzo) e di una card museale (da 6 euro). L’apertura al pubblico rappresenta una svolta dopo decenni di chiusure parziali e accessi limitati agli eventi estivi.
«Abbiamo creato un nuovo percorso emotivo, rendendo l’intera struttura accessibile – ha spiegato Francesco Longobardi, delegato della Direzione Musei –. Ora si può visitare anche parte dell’ambulacro mediano grazie ai nuovi parapetti di sicurezza». Le gradinate, ancora in fase di restauro, torneranno progressivamente fruibili, mentre l’area del prato potrà ospitare fino a 400 spettatori durante le manifestazioni culturali.
Grande soddisfazione è stata espressa dalle istituzioni. «Si restituisce piena accessibilità e fruizione all’Anfiteatro romano, autentico ombelico della città – ha commentato la sindaca Adriana Poli Bortone - È solo un primo passaggio di un lavoro più ampio che continueremo a fare con il comitato degli esperti. È un simbolo identitario e un potente motore per il turismo culturale». Per Luigi La Rocca, capo dipartimento per la tutela del patrimonio culturale, «il restauro ha ridefinito la percezione del monumento e valorizzato la piazza, integrando le recenti scoperte archeologiche nel racconto della Lecce antica e barocca».
Soddisfazione anche dal Ministero della Cultura: «La riapertura segna un nuovo corso nella valorizzazione dei luoghi del patrimonio – ha dichiarato il capo dipartimento per la valorizzazione del patrimonio culturale, Alfonsina Russo –. È un intervento che unisce tutela, innovazione e coesione sociale». Il direttore generale Musei, Massimo Osanna, ha parlato di «un patto con il territorio e le istituzioni» che restituisce alla comunità un luogo identitario della sua storia.
La nuova direttrice, Marina Maria Serena Nuovo, avvierà un percorso di valorizzazione partecipata, mentre la Soprintendenza, guidata da Antonio Zunno, sottolinea come l’intervento rappresenti «un equilibrio tra antico e contemporaneo, un simbolo restituito con nuova luce e piena accessibilità». Lecce ritrova così uno dei suoi monumenti più amati, un anfiteatro che torna a vivere tra le pietre millenarie e la quotidianità dei cittadini, ponte tra passato e futuro della città barocca.
















